La Foresta di Tarvisio ricchezza per il turismo

TARVISIO. La foresta di Tarvisio si pone al servizio della comunità e vuole essere partecipe - contribuendovi in maniera significativa - del rilancio economico della Valcanale. Nuove fonti di produzione di energia e valorizzazione del patrimonio edilizio a fini turistici sono nei propositi da attuare dal dirigente del Corpo forestale, dottor Patrizio Terlicher da alcune settimane nuovo capo ufficio territoriale per la biodiversità di Tarvisio, struttura periferica del Corpo forestale dello Stato (Mipaaf), cui è demandata la gestione della Foresta di Tarvisio, di proprietà del Fondo edifici di culto (Roma).
Terlicher subentra al dottor Massimiliano Rodolfi, posto di recente in quiescienza, ed è il primo tarvisiano, essendo nato a Fusine 54 anni fa, a rivestire l’importante incarico. Laureato in scienze forestali, nell’amministrazione forestale è entrato nel 1987, quindi, maturate esperienze nel settore vivaistico e nella sperimentazione, Terlicher è giunto a Tarvisio nel 1993 in qualità di responsabile della selvicultura e servitù di legnatico.
Nelle sue linee programmatiche la valorizzazione della Foresta di Tarvisio, un bene che consta di 60 milioni di alberi nei 15 mila ettari di boschi e che dà lavoro ha una trentina di guardie forestali e a una ventina di operai di ruolo e stagionali; ma va anche considerato che ben 650 famiglie beneficiano dei diritti di servitù di legnatico, senza dimenticare l’indotto delle imprese boschive e della lavorazione del legname. «La foresta di Tarvisio è un’azienda complessa - afferma Terlicher, che ci ospita nello storico palazzo di via Romana -, non solo forestale ma anche compendio naturalistico eccezionale, all’apice in tutti i grandi carnivori - orso, lince e aquila - e quindi punto di riferimento di studiosi di tutto il mondo. Perciò è prioritaria una gestione economica sostenibile e per questo siamo sempre in stretto rapporto con la proprietà, che ha obiettivi ben chiari circa la pianificazione della foresta in cui reinveste circa l’80% dei ricavi». Nel contesto, oltre all’attribuzione dei diritti di servitù, che rappresentano circa il 50% della produzione del bosco, c’è anche la necessità di provvedere alla conservazione dei 20 immobili di proprietà, alcuni dei quali anche di valore storico.
«“Accanto al mantenimento del patrimonio, vi è però anche l’esigenza - annuncia Terlicher - di procedere nella ricerca di nuove fonti di reddito per creare circoli virtuosi utili a un’ottimale sostenibilità economica e ambientale della gestione». Quali, dunque, i temi da sviluppare? «Quello della produzione di energia in primis, un processo già avviato con la realizzazione della centrale termica a biomasse che, utilizzando la materia prima della foresta, fornisce calore a tutto il nostro complesso della sede di via Romana e che potrebbe servire anche immobili dell'amministrazione comunale. Il settore può essere potenziato con la produzione di energia idroelettrica e fotovoltaica con possibilità di divenire un sistema esemplare. C’è poi il patrimonio edilizio, che può essere valorizzato a scopi turistici, penso alla baite, agli edifici trasformabili in agriturismo e a quelli nelle vicinanze della ciclabile Alpe Adria. Non da ultimo, bisogna dare ulteriore impulso ad attività quali il turismo naturalistico e culturale, da sempre perle della Foresta».
Giancarlo Martina
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto