La doppia vita dell’agente Ivan Duca: poliziotto e clown per solidarietà

Tra gli animatori di Pozzuolandia anche il tutore dell’ordine, che nel tempo libero diventa “Budellino”. Dal 2007 è iscritto a Vip Friulclaun, associazione che fa animazione negli ospedali e nelle case di riposo

POZZUOLO. Ad animare “Insieme a Pozzuolandia”, grande festa dei bambini e non solo con i volontari di 30 associazioni, c’era anche il clown Budellino, al secolo Ivan Duca. Dalla mattina al tramonto, il microfono è suo: organizza, presenta, chiama, si sgola, incoraggia, scherza.

Il suo faccione è noto ai bambini, la sua infinita disponibilità agli organizzatori delle manifestazioni. E’ uno degli aderenti a Vip Friulclaun, con cui sarà in piazza Matteotti sabato dalle 10 alle 18 per la dodicesima “Giornata nazionale del naso rosso”.

Ma ciò che è singolare è che Budellino è un poliziotto. Come conciliare un lavoro, nell’immaginario legato alla severità e alla repressione, con lo scherzo inaspettato, irresistibile di un “naso rosso”? «Due persone in una», dicono di lui. Ma, parlandoci, non è proprio così.

Residente a Pozzuolo, è sposato con un figlio che frequenta le superiori a Udine. «Siamo una famiglia unita – riferisce -: mia moglie per fortuna mi capisce e mi sostiene». Si tratta di Sonia Romano, abbiamo trovato anche lei a Pozzuolandia, al truccabimbi.

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«Ci sono anche i genitori anziani – continua – ma ne condivido la cura con le mie sorelle». Nella polizia è entrato dopo la naja: ha lavorato a Trieste e poi a Venezia e a Portogruaro. I ruoli più diversi: pattuglia, ordine pubblico, scorta. Ora è in Questura a Udine, fa parte dell’ufficio di gabinetto e collabora alla preparazione di ordinanze per eventi.

«Ma se occorre, faccio un po’ di tutto - aggiunge -: vigilanza, servizio ai confini o altro». Come si conciliano i due ruoli, quello del poliziotto e del “naso rosso”? «L’idea da sfatare - dice -, è quella della divisa collegata alla paura. Chi vive in regola non deve avere alcun timore. “Polizia tra la gente” è lo slogan. Prima il dialogo e la prevenzione, Udine non è una città violenta. Abbiamo un questore eccezionale».

Nel 2007 ha aderito a Friulclaun (si scrive proprio così, come farebbe un bambino: la sede ora è a Pozzuolo): «Non facciamo i numeri dei clown – riferisce -, con la maschera più piccola del mondo che è il naso rosso portiamo un po’ di colore dove è grigio e sofferenza. Ospedali, soprattutto fra i bambini e nelle case di riposo. Vip è l’acronimo per “Viviamo In Positivo”: aiutando a sorridere trasmettiamo serenità a noi stessi».

Ivan è anche nel direttivo di diversi sodalizi: vice di Rossano Cattivello alla guida della Pro loco, sempre sulla breccia, da Pozzuolandia a “Pozzuolo rifiorisce” e “Sagra dello struzzo”. E’ anche nel direttivo del “Cogôl”, pescasportivi anche con la mosca e non manca di collaborare con l’oratorio parrocchiale e le scuole (rappresentante di classe, componente del consiglio di circolo e di istituto).

Mentre parla, “Budellino” è preoccupato per quello che si leggerà sul giornale. Prega di non presentarlo come un protagonista.

«Impegnati come me sono anche Stefano Lesa – dice – e tanti altri. Vanno messi in evidenza i ragazzi: domenica abbiamo distribuito 350 magliette gialle per i volontari. Chi dice male dei giovani dovrebbe aver visto i nostri del Centro di aggregazione giovanile. Nato da una costola della Pro loco, il Cag, attivo col doposcuola e responsabile di oltre 100 bambini nei centri estivi, ha gestito una quantità di animazioni a Pozzuolandia. Si preparano da febbraio, con trenta volti nuovi. Un plauso ad Alberto Duca e Anastasia Serra che li coordinano: il Cag ce lo invidiano, fuori».

Una partecipazione come domenica non si era mai registrata, ordine delle migliaia. «Grazie alla varietà degli intrattenimenti - riferisce Alberto Duca -, la novità dei musicisti dal vivo, tutti volontari, e le moto, la gara fotografica Fb e Instagram sulla festa, premiati con i “like”, la lotteria offerta da commercianti e associazioni, la gara di torte della consulta dei genitori». Un successone.

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