La dieta ideale per i cani? È made in Friuli

Studio dell’ateneo sull’alimentazione animale «Cruciali la quantità e la frequenza dei pasti.» Il progetto si è concentrato sul microbioma del cane, l’insieme delle popolazioni microbiche che abitano l’intestino, fondamentali per la salute

Dopo anni di ricerca e approfondimenti in materia, arriva dall’Università di Udine il primo studio sul microbioma del cane, ovvero l’insieme delle popolazioni microbiche che abitano l’intestino e che ormai sono riconosciute fondamentali per diversi aspetti della salute, in risposta a diversi tipi di alimentazione in termini di composizione e biodiversità. Va detto che, anche in Friuli Venezia Giulia, le patologie gastrointestinali sono uno dei problemi più comuni e diffusi. Un vero e proprio incubo per molti proprietari di quattro zampe.

Agli inizi degli anni 2000, il gruppo di ricerca dell’Università friulana, coordinato dal professor Bruno Stefanon, ha iniziato, per primo in Italia, a studiare il ruolo molecolare di alcuni alimenti e dei loro composti funzionali nell’animale, coniugando la scienza dell’alimentazione con l’applicazione delle tecnologie di genomica funzionale. Ora, come detto, si è giunti a una pubblicazione “Raw meat based diet influences faecal microbiome and end products of fermentation in healthy dogs. Bmc Veterinary Research” (2017), in lingua inglese, redatta a cura di Misa Sandri, Simeone Dal Monego, Giuseppe Conte, Sandy Sgorlon e Bruno Stefanon).

«Negli ultimi anni – spiega il gruppo di lavoro – si assiste a un aumento costante per quanto concerne l’attenzione e la cura degli animali da compagnia, considerati veri e propri membri della famiglia. L’aspetto legato all’alimentazione, come conferma Paolo Tosolini, medico veterinario udinese, viene tenuto in grande considerazione grazie anche alla ricerca scientifica, in particolare nel campo della biologia molecolare degli ultimi decenni, che ha svelato e dimostrato l’importanza per il mantenimento della salute, la prevenzione di numerosi disturbi e il supporto terapeutico in caso di necessità.

Nell’ottica del trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca in campo della nutrigenomica e della genomica funzionale negli animali e grazie anche alla partecipazione a progetti di ricerca regionali, nel 2008 è nato Nutrigene, spin-off accademico che si prende cura dell’alimentazione del cane coniugando competenza e passione con la ricerca all’avanguardia nel campo dell’alimentazione animale».

Come risposta alla crescente motivazione da parte dei proprietari di animali di approcciare temi legati alla cinofilia, anche dal punto di vista tecnico-scientifico, i ricercatori udinesi hanno operato anche al fine di migliorare la comunicazione della scienza con un linguaggio semplice, offrendo confronti con la realtà ma anche spunti di riflessione.

Nel territorio Nutrigene collabora con diversi medici e strutture veterinarie come consulente nutrizionale e di nutrizione clinica per la gestione dei pazienti. «Spesso – precisa la nutrizionista, responsabile R&D Nutrigene, Misa Sandri –, spinti dall’affetto che proviamo per i nostri animali e assolutamente in buona fede, tendiamo a offrire alimenti in eccesso e non adeguati alla loro dieta, esponendo così il cane al rischio di sovrappeso o malattie metaboliche.

Gli snack che il mercato propone e tanti alimenti freschi presenti nelle nostre case possono essere offerti ma sono fondamentali la quantità e la frequenza, per non esporre le bestiole a inutili rischi. Il cane è un carnivoro opportunista, in grado di digerire gli amidi (recenti studi testimoniamo l’attività enzimatica dell’amilasi anche nella saliva) ma la base della dieta dovrebbe includere soprattutto alimenti di origine animale». Secondo gli esperti, per alimentare in maniera corretta un cane è necessario considerare anche l’aspetto genetico.

Ogni razza, infatti, può essere caratterizzata da capacità digestive e metaboliche diverse, che vanno debitamente considerate.

«È molto importante, qualora, per scelta o per necessità, s’intenda offrire al nostro pet una dieta diversa rispetto agli alimenti completi che esistono in commercio – conclude Sandri – rivolgersi a un nutrizionista in grado di scegliere e dosare alimenti più appropriati nelle corrette quantità. Come detto va considerato non solo l’aspetto nutritivo ma anche quello dietetico e funzionale».
 

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