La denuncia: "Rovinata per rimuovere un neo"

PORDENONE. Un neo sul viso rimosso con due interventi che le hanno deturpato il volto. È la denuncia di una donna di Pordenone, classe 1939, che ha chiamato in giudizio l’Aas 5 con la richiesta di accertamento tecnico preventivo.
La vicenda ha avuto origina 11 anni fa. Era il 2006 quando alla donna veniva diagnosticata una neoformazione sul viso, una formazione tumorale, in prossimità delle labbra.
I medici dell’ospedale di Pordenone avevano deciso per la rimozione del neo sospetto con un intervento chirurgico. Il tessuto rimosso era stato sottoposto a esame istologico che aveva dimostrato come fosse maligno.
La donna, dopo alcuni anni, è stata sottoposta a un nuovo intervento di resezione perché erano rimasti margini del tessuto malato. Due interventi che, secondo la ricorrente, le hanno deturpato il volto con un grave pregiudizio di natura psicologica ed estetica.
La paziente lamenta adesso anche di non avere avuto un adeguato trattamento, che i controlli post-intervento sono stati carenti e per un periodo limitato, due anni pianificati dai sanitari, e che la prima resezione ha lasciato margini di tessuto malato, oltre al pregiudizio del volto.
La pordenonese ha deciso, quindi, di chiamare alla responsabilità l’Aas 5 con un ricorso al tribunale di Pordenone accompagnato dalla richiesta di disporre una consulenza tecnica preventiva: sarà nominato un perito che dovrà accertare se ci sia responsabilità sanitaria nell’intervento occorso.
Il tribunale ha disposto la comparizione delle parti e del consulente tecnico per il 9 giugno, alle 9.30.
L’Aas 5, che respinge ogni accusa, si è costituita in giudizio con l’avvocato Vittorina Colò, direttore della struttura complessa affari generali e legali dell’Azienda sanitaria, mentre la ricorrente è assistita dall’avvocato Luigi Arbia, del foro di Treviso.
In base a quanto stabilirà il perito nominato dal tribunale la donna potrà decidere se proseguire con una causa civile per chiedere il risarcimento del danno che ritiene di avere subito.
Nel ricorso non è stata indicata la somma richiesta, che sarà quantifica in un successivo momento, e per questo potrebbe essere chiamata in causa l’assicurazione del servizio sanitario regionale, nel caso in cui la causa proceda e la somma richiesta sia superiore ai 500 mila euro.
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