La crisi non parla cinese Aperte altre due attività

S’abbassano le serrande, chiudono attività storiche e rivendite di ogni tipo. Ma la crisi risparmia l’imprenditoria cinese, che anche nella nostra città cresce a vista d’occhio: soltanto nell’ultimo mese hanno aperto i battenti due attività gestite da titolari provenienti dal più popoloso dei paesi asiatici, mentre rispetto all’anno scorso il numero di imprenditori cinesi presenti in città è aumentato addirittura del 6 per cento.
Complessivamente sono addirittura 36 le attività gestite da persone originarie della Repubblica popolare, con una sorprendente trasversalità nell’offerta merceologica e di servizi: si va dal classico ristorante alla gastronomia, passando per il negozio di parrucchieri fino ai centri massaggi, per finire con i bar e gli immancabili bazar, in cui è possibile trovare davvero di tutto.
Le ultime aperture risalgono allo scorso luglio: all’inizio del mese scorso ha aperto un nuovo megastore, in corso Verdi, che ha rilevato gli spazi lasciati vuoti ormai più di un anno fa da una rivendita di prodotti per l’igiene personale. Il negozio, che si trova all’altezza del capolinea della linea urbana 8 dei bus, vicino all’ex bar Forum, propone al cliente un po’ di tutto, dall’abbigliamento agli accessori per la casa, nella più rodata tradizione dei bazar cinesi. Che - va sottolineato - sono stati definitivamente sdoganati nella nostra città proprio a partire dagli ultimi mesi: nell’arco dell’ultimo anno ne hanno aperti addirittura quattro, contando anche quelli di via Trieste (nello stabile lasciato vuoto dal discount Eurospin, nel frattempo trasferitosi nella nuova area commerciale sorta attorno al McDonald’s), e di via Garzarolli, con il megastore che ha occupato gli spazi precedentemente occupati da un supermercato, una macelleria e un magazzino di ortofrutta.
Non solo bazar, però. A partire dagli ultimi giorni di luglio la Cina è sbarcata anche nel cuore di Sant’Andrea, con l’imprenditore asiatico Zheng Yuanmin (già attivo nel settore a Brescia e Milano) che ha rilevato il Brazilian bar di via San Michele, proprio di fronte al supermercato della frazione, a due passi dalla parrocchia.
Sempre a Sant’Andrea, peraltro, i cinesi hanno preso possesso lo scorso maggio degli spazi dell’ex Buonacquisto, al primo piano del centro commerciale Smart, in parte rivitalizzato dall’arrivo della nuova attività; anche in questo caso è stato insediato uno store generalista, che vende un po’ di tutto, dall’abbigliamento all’arredo casa, fino ai prodotti per l’igiene personale.
Sembrano, dunque, lontanissimi i tempi dei primi “sbarchi” di commercianti cinesi a Gorizia: negli anni ’90 avevano aperto i battenti una gastronomia orientale in piazza de Amicis (ancora in attività), un ristorante cinese in piazza Vittoria (chiuso da oltre dieci anni), mentre il bar Municipio era stato rilevato nel 1992 da Chen Win Jying – per tutti semplicemente Ciccio – considerato oggi il punto di riferimento della comunità asiatica in città.
Il trend goriziano ricalca fedelmente quello nazionale: le impresi cinese in Italia sono cresciute infatti del 6,1 per cento. Secondo l’analisi della Cgia di Mestre gli imprenditori asiatici si concentrano per il 60% tra Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna.
Christian Seu
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