La cordata cinese si ritira Effezeta in liquidazione

É il verdetto dopo il tavolo tecnico tra sindacati, azienda e regione Di fatto se nessuno si farà avanti 136 dipendenti saranno senza lavoro

PREMARIACCO

L’Effezeta sarà messa in liquidazione. É questo il verdetto dopo il tavolo tecnico di ieri pomeriggio tra i rappresentanti sindacali Massimo Minen della Feneal-Uil Gianni Barchetta della Filca -Cisl del distretto udinese e Stefano De Zotti dela Fillea - Cgil, i vertici aziendali e i tecnici della regione. Dall’incontro è infatti emerso che la cordata di imprenditori cinesi che si era fatta avanti per rilevare un ramo dell’azienda si sia tirato indietro, condannando di fatto l’Effezeta, se non ci saranno altre offerte da parte di altri imprenditori, al fallimento e lasciando gli oltre 136 dipendenti senza lavoro.

Per operai e impiegati si spalancano le porte della cassa integrazione straordinaria di un anno che i sindacati hanno concordato con la regione. Il caso Effezeta è solo l’ultimo di una lunga serie che già da qualche anno vede grosse realtà produttive del Manzanese chiudere i battenti o trasferire la produzione all’estero. «La situazione del triangolo della sedia - spiegano i sindacati - sta creando un grosso problema sociale». La preoccupazione dei rappresentanti nasce dal fatto che per la maggior parte gli operai, in particolare donne, che si ritrovano disoccupati non hanno specializzazione e quindi sarà molto difficile per loro trovare una ricollocazione sul mercato del lavoro.

Ancora più grave il problema degli stranieri che rischiano, per effetto della legge Bossi -Fini, di non avere più diritto al permesso di soggiorno e di conseguenza di essere rimandati nei propri paesi.

I sindacati dopo il tavolo tecnico hanno chiesto ed ottenuto un incontro urgente con l’assessore regionale Brandi per un confronto sul quanto sta accadendo nel triangolo della sedia. Minen Barchetta e De Zotti puntano il dito sugli interventi della regione, a loro dire non sufficienti a sostegno delle imprese, e sugli istituti di credito che senza garanzie non sono più disposti a concedere linee di credito alle aziende in difficoltà condannandole alla chiusura. Gli stessi sindacati hanno poi mandato una lettera anche all’assessore alle attività produttive Seganti con la richiesta di un incontro per capire se la regione può intervenire per trovare un interlocutore che faccia da tramite nella ricerca di imprenditori disponibili all’acquisto di almeno un ramo dell’azienda.

Non è stato possibile contattare i vertici dell’Effezeta: ai telefoni dell’azienda risponde una segreteria telefonica che rimanda ad un indirizzo e mail per ogni comunicazione. Si apprende comunque che durante la riunione i vertici hanno sottolineato che il lavoro per cercare un’altra cordata è incessante e che la speranza è quella di riuscire a vendere almeno un ramo dell’azienda. Ad oggi però non c’è nessun nome concreto che possa avvalorare queste speranze.

Silvia Riosa

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