La comunità ricorda Pre’ Tunin a 20 anni dalla scomparsa

Domani una messa in memoria di monsignor Antonio Pagnutti, il cui capolavoro fu realizzare il Centro giovanile

MANZANO. Sopra la porta d’ingresso del Centro giovanile a Manzano c’è una targa in marmo nero con ritratto il volto sorridente di mondignor Antonio Pagnutti «per 27 anni Pastore buono».

Sono trascorsi 20 anni dal giorno della sua morte e in paese chi l’ha amato e conosciuto ricorda bene quel sorriso luminoso, profondo e sincero che ha accompagnato per tanti anni la comunità locale. Domani alle 19, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, sarà celebrata una messa nella chiesa di Manzano. Un sacerdote che ha lasciato il segno, come testimoniano tanti fedeli: appena giunto a Manzano, Pre’ Tunin, come molti lo chiamavano, aprì il portone di legno che chiudeva ai più l’accesso al cortile della canonica e trasformò un prato incolto in un campo di pallacanestro, chiamando a sé già allora tantissimi giovani e facendo sue le parole del Vangelo.

«Ero forestiero e mi avete ospitato», diceva, e i primi extracomunitari bisognosi giunti a Manzano furono da lui accolti in canonica sino a quando non trovarono lavoro e casa. Don Pagnutti interpellava e coinvolgeva i giovani ai corsi di formazione, nella lettura della messa (li aspettava dietro la porta d’entrata in chiesa), nei campi scuola e nell’animazione dei gruppi giovanili. Un modo per dar fiducia, sempre ricambiata con generosità da tante generazioni di animatori, catechisti, laici impegnati.

Il suo capolavoro è stato realizzare il Centro giovanile. Partito dal nulla, circondato da collaboratori pieni di fede, con l’aiuto di tutti i parrocchiani e della Carurale di Manzano (oggi Bcc) realizzò la più bella opera che Manzano abbia mai avuto a disposizione per crescita ed educazione dei giovani. La promessa era che il Centro giovanile non dovesse mai diventare una cattedrale nel deserto e anche in questo don Antonio è stato di parola: animatori di gruppi giovanili, catechesi, collaboratori, famiglie, assistenti hanno fatto di questo centro, negli anni, un vero volano di crescita umana e cristiana per generazioni.

«Sempre un sorriso, un incoraggiamento, un atto di fiducia», riportano i fedeli, che dal suo testamento spirituale hanno accolto soprattutto due raccomandazioni, «la messa ogni domenica e proseguire con l’opera del Centro giovanile”: senza costruire con i giovani il presente è difficile immaginare un buon futuro.

Rosalba Tello

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