La Cassazione deciderà sulla morte di Valentina Pugliese

GRADISCA. Approda all’ultimo grado di giudizio il processo per la morte di Valentina Pugliese. Massimiliano Cesari, il 36enne di Mariano che la sera del 17 novembre 2014 travolse con la propria auto...
GRADISCA. Approda all’ultimo grado di giudizio il processo per la morte di Valentina Pugliese. Massimiliano Cesari, il 36enne di Mariano che la sera del 17 novembre 2014 travolse con la propria auto la 24enne barista gradiscana nel pieno centro della cittadina della Fortezza, per darsi poi alla fuga, ha infatti depositato il proprio ricorso in Cassazione. Nei primi due gradi di giudizio il giovane era stato ritenuto colpevole di omicidio colposo e omissione di soccorso. Per questo era stato condannato a tre anni di reclusione, al risarcimento dei danni in sede civile e alla sospensione per due anni della licenza di guida, oltre al pagamento delle spese processuali. Ora Cesari – assistito dal legale Renzo Pecorella – si giocherà la carta della Cassazione. La difesa del 36enne ha sempre contestato in sede processuale l’omessa concessione in primo grado delle attenuanti generiche, l’inammissibilità decisa dal Tribunale di Gorizia rispetto alle richieste misure alternative al carcere e del beneficio della condizionale, passando per il diniego dei giudici a sentire la madre dell’assistito come teste e per l’«eccessività della pena irrogata».

Infine la difesa di Cesari ha sempre contestato la costituzione a parte civile della famiglia Pugliese, asserendo che la stessa era stata già risarcita in sede assicurativa, riconoscendo il danno civile ma non quello morale cagionato alla famiglia Pugliese.

Addolorati ed esausti i genitori di Valentina, assistiti dai legali Diego Contini e Vincenzo Martucci: ora devono affrontare ancora una battaglia affinché la dolorosa vicenda che ha strappato loro in modo drammatico una figlia solare e benvoluta da tutti possa dirsi finalmente conclusa.

«Ce l’aspettavamo, ma il pensiero di dover attendere ancora per avere giustizia è frustrante e ci sta consumando» commentano papà Salvatore e la mamma Cinzia. Nel gennaio scorso la prima sezione penale della Corte d’Appello di Trieste aveva confermato in blocco la condanna emessa in primo grado dal Tribunale di Gorizia nei confronti di Cesari, reo di avere travolto Valentina ed essersi dato alla fuga come dimostrato da molteplici testimonianze agli atti. Il marianese si costituì alle forze dell’ordine solamente il giorno dopo il terribile sinistro, indotto dalla decisione del passeggero che viaggiava con lui di presentarsi spontaneamente dai carabinieri. Valentina, invece, spirò due settimane più tardi al nosocomio di Udine per le gravissime lesioni riportate.

Sull’entità della condanna di Cesari nei primi due gradi di giudizio aveva in parte pesato il fatto che il processo sia stato celebrato con rito abbreviato: il che, per legge, ha permesso al 36enne di Mariano di giovarsi dello sconto di un terzo della pena.
(l. m.)

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto