La Casa per anziani convertita nel progetto “Abitare possibile” Tavagnacco: il Comune ripensa il Centro assistenziale a Feletto Cap, punto integrato d’accesso, alloggi per semi-autosufficienti

TAVAGNACCO. Al primo e al secondo piano una decina di appartamenti destinati ad anziani semi-autosufficienti, al piano terra il Centro assistenza primaria (Cap) e il punto di accesso integrato. «Si...
Di Margherita Terasso

TAVAGNACCO. Al primo e al secondo piano una decina di appartamenti destinati ad anziani semi-autosufficienti, al piano terra il Centro assistenza primaria (Cap) e il punto di accesso integrato.

«Si parte da qui», ha detto il sindaco Gianluca Maiarelli una volta conclusa la puntuale, seppur introduttiva, spiegazione del vicesindaco Moreno Lirutti su ciò che potrebbe diventare il progetto “Abitare possibile”, l’edificio da sempre chiamato – impropriamente – Casa per anziani. Tema su cui la minoranza ha spinto molto, non avendo da tempo risposte sullo stabile in piazza Libertà a Feletto.

Le progettualità che il Comune, assieme a Regione, Azienda sanitaria e Ambito socio-assistenziale, intende sviluppare sono tre.

Il primo: la sperimentazione dell’Abitare possibile. «Non è una casa di riposo, ma uno spazio nel centro del paese dove gli anziani possano vivere pagando un affitto, essere seguiti condividendo servizi», ha chiarito Lirutti durante la seduta consiliare di lunedì, dopo aver ricordato il quadro sociale, diverso da quello di 10 anni fa, quando era nata l’idea del Centro diurno.

Il secondo elemento è l’avvio del Cap e del punto integrato unico d’accesso. «Una serie di servizi sanitari che comprenderanno la rete dei medici di famiglia, la guardia medica, i servizi sociali, il punto prelievi, gli ambulatori di riabilitazione e che coinvolgerà Tavagnacco, Martignacco, Pagnacco e la circoscrizione di Paderno, quasi 50 mila persone».

Infine, l’idea di una Fondazione che, con ulteriori donazioni, possa gestire la struttura. «Se i primi due aspetti potrebbero essere realizzati per l’inizio del 2017, quest’ultimo richiede più tempo, visto che sono necessari, per norma regionale, 300 mila euro», precisa il vicesindaco.

Il consigliere di minoranza Federico Fabris comincia ad avere le idee più chiare, «ma restano due limiti: uno sul percorso amministrativo da costruire e uno sui costi. Servirà un confronto con la Regione. È fondamentale la partecipazione alle scelte, sia in consiglio, sia tramite la costituzione di una commissione».

E così sarà. Nelle prossime settimane si discuterà di tutto: costi, gestione, funzioni. È previsto un incontro con il direttore del distretto sanitario di Udine, Luigi Canciani. «Questa scelta tocca temi importanti, come l’attenzione agli anziani e l’innovazione, e avrà rifessi sulla comunità – ha concluso Maiarelli –. Il Cap porterà moltissime persone a Feletto e questo potrebbe diventare un problema da altri punti di vista, come quello della mobilità. Ma è un’opportunità che un’amministrazione attenta ai cambiamenti non può perdere».

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