La cartiera passa di mano Investimenti per 8,2 milioni

Ad acquisire il 67% del gruppo Reno De Medici è una multinazionale americana I lavori per la costruzione della centrale a bassa pressione partiranno quest’anno 
Tanja Ariis

/ OVARO

Apollo Global Management diviene proprietario per il 67% del Gruppo Reno De Medici, di cui fa parte anche la cartiera di Ovaro. La società statunitense di investimento con sede a New York ha annunciato l’acquisto da parte di un fondo gestito dalle proprie affiliate dai soci Cascades e Caisse De Depot et Placement du Quebec. L’entrata nel colosso finanziario non preoccupa la cartiera di Ovaro, che ha acquisito spicco nel Gruppo. Reno De Medici ha da poco acquisito due cartiere olandesi del più grande concorrente di Ovaro a favore della realtà carnica, che peraltro ha appena ricevuto 8,2 milioni di euro per la sostituzione della centrale termica che produce vapore ed energia.

«È il più grosso investimento economico fatto a Ovaro – afferma il direttore della cartiera, Paolo Bearzi – e ci fa guardare avanti di almeno 12 anni. L’azienda crede in Ovaro, da sempre suo fiore all’occhiello per qualità del personale, livello manutentivo e produttivo. I lavori per la nuova centrale partono quest’anno. Lo start della nuova centrale, a bassa pressione, sarà ad agosto 2022, quando sarà solo da scollegare il vecchio impianto, che funzionerà fino ad allora, e collegare la nuova centrale, che ci consentirà un risparmio energetico e maggiore sostenibilità ambientale. E coi certificati bianchi arriveranno 2,8 milioni l’anno per 10 anni. Abbiamo 160 dipendenti più un indotto tre volte tanto. L’investimento si traduce in continuità per Ovaro, specie dopo che il Gruppo Reno De Medici (multinazionale presente in Francia, Spagna, Germania e Italia)ha acquisito due cartiere dell’olandese Eska Board, primo concorrente di Ovaro. Il closing di 155 milioni di euro è del 15 luglio. L’azienda dà un segnale di continuità alla realtà e ai prodotti di Ovaro, in cui crede molto». Ovaro è specializzata in cartoni accoppiati di alto spessore che servono il mercato della legatoria, del luxury (tra i clienti ha Gucci, Dior, Tod’s), nella scuola e altro. Per il sindaco, Lino Not, «L’investimento da 8,2 milioni ci dà garanzie per la prosecuzione dell’attività qui a favore dell’economia e dell’occupazione. La cartiera di Ovaro, fondata nel 1923 – sottolinea – è un pezzo di storia della vallata di cui nel 2023 festeggeremo i cento anni e il libro di Giuseppe Gori, presentato venerdì, la ripercorre bene nelle sue vicende e nella crescita continua». “Le lotte per il lavoro in Carnia. Il caso della Cartiera di Ovaro”, edito dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, racconta come uscì dalla grave del 1983-1986. L’intervento delle istituzioni, l’impegno di un imprenditore capace come Giovanni Dell’Aria Burani e specie le capacità professionali dei lavoratori e il loro impegno diretto nella lotta consentirono la ripartenza: la nuova cartiera si inaugurò il 14 aprile 1986. Da allora prosegue la sua attività ed è raddoppiata in dipendenti. —

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