La boxe e i carabinieri piangono Gianfranco Maestrello

Lutto nel mondo del pugilato e nell’Arma dei carabinieri. E’ morto, a 65 anni, all’esito di una malattia, Gianfranco Maestrello, per tutti “Franco”.
Originario di Jesolo, ha vissuto a Bagnarola di Sesto al Reghena inseguendo il suo sogno di pugile. Entrato nell’Arma dei carabinieri ha intrapreso questa carriera una volta smessi i guantoni.
E’ stato brigadiere in servizio nelle caserme di Brescia, Villanova di Fossalta di Portogruaro, Tarvisio e Palmanova. Lascia la moglie e due figli, con cui viveva a Bagnaria Arsa (Udine), dove sabato alle 10.30 saranno celebrati i funerali.
A Jesolo Maestrello aveva imparato a fare pugni per strada, nel Secondo dopoguerra, dove la gente ancora pativa la fame. Per lavorare alla Rex, assieme alla famiglia, aveva deciso di lasciare l’adorato litorale jesolano per trasferirsi a Bagnarola di Sesto al Reghena.
Proprio nel 1969, l’anno del trasferimento, era stato convocato nella Nazionale di pugilato e si era iscritto alla Pugilistica Pordenonese, riuscendo a laurearsi per due volte campione regionale del Veneto e per altrettante numero uno del Friuli Venezia Giulia.
«Era un peso medio dotato di grande tecnica – ha riferito Luciano Bomben, direttore sportivo della Pugilistica Pordenonese – e ha avuto una buona carriera». Nel 1970, ai campionati italiani, aveva ottenuto il secondo posto. Lo stesso anno lo aveva tesserato il Centro Sportivo Carabinieri, e così Maestrello si era trasferito a Roma.
Lasciato il ring ha continuato a servire l’Arma prestando servizio dal 1978 al 1981. Pochi giorni prima di morire aveva ricevuto la medaglia d’oro al valor sportivo dall’Associazione nazionale veterani sportivi.
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