Jouf, il giallo dei cartelli di divieto sugli alberi: nessuno sa chi li ha messi

Ancora anonimo l’ennesimo atto intimidatorio lungo i principali sentieri del monte. Della legittimità degli avvisi “Proprietà privata - Vietato l’accesso” sarà chiesto conto alla Forestale

MANIAGO. Dopo i sentieri sbarrati con rami per impedire il passaggio di escursionisti e bikers, ora sui tracciati del monte Jouf sono comparsi diversi segnali di divieto d’accesso.

Per il momento, non si capisce chi li abbia fissati agli alberi. Immediata la reazione di fruitori della montagna e delle associazioni, che hanno annunciato l’intenzione di sottoporre la questione al Corpo forestale per capire se le installazioni dei cartelli siano legittime. Insomma, il rilievo più gettonato del Maniaghese da parte degli amanti della montagna, continua a essere al centro del dibattito.

Sodalizi e cittadini si sono detti dispiaciuti e sconcertati, dinanzi ai recenti accadimenti: in tanti, imbattendosi nei cartelli, hanno pensato che la cosa migliore fosse abbandonare l’escursione e rientrare.

Da ricordare che lo Jouf è un punto di riferimento sia per gli escursionisti “professionisti” sia per quanti vogliono fare semplicemente una passeggiata in mezzo alla natura. In particolare nei fine settimana, già nelle prime ore del mattino si contano decine di persone che risalgono i sentieri.

In un momento in cui si spinge sull’acceleratore della riscoperta della montagna e delle sue peculiarità, attraverso anche diverse iniziative, questi episodi non fanno che disincentivare gli amanti delle escursioni.

A febbraio, a lanciare l’allarme era stato il Cai: sullo Jouf erano stati creati sbarramenti lungo tracciati con l’impiego di rami. Sbarramenti che avevano rappresentato vere e proprie trappole, per i frequentatori della montagna, in particolare ciclisti e podisti che scendendo dal rilievo avrebbero potuto imbattersi in quegli ostacoli, con conseguenze facilmente intuibili. Come se non bastasse, in altri punti erano stati segnalati ulteriori pericoli: buche mimetizzate con fogliame e altre trappole.

L’amministrazione Carli aveva valutato l’opportunità di installare fototrappole per individuare gli autori di gesti incivili. Ora, di fronte di queste nuove, misteriose “manipolazioni” del Jouf, da cittadini e associazioni arriva il sollecito all’esecutivo a tradurre in realtà queste contromisure.

Non è detto, comunque, che sia l’unica strada possibile da percorrere: la giunta potrebbe individuare, di concerto con i sodalizi, soluzioni alternative.

L’assessore all’Associazionismo, Massimo Scrofani, aveva messo in evidenza «la necessità di effettuare un primo studio sulla pertinenza di sentieri, carrarecce e strade che si snodano sui pendii del monte Jouf, passando per la verifica delle norme attuabili, per approdare a una regolamentazione delle attività sportive e non, che attualmente si praticano».

C’è tutta l’intenzione, comunque, da parte dei vari soggetti interessati a individuare quanto prima una soluzione che consenta di fruire senza impedimenti, e soprattutto pericoli, del monte Jouf.

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