Jolly autonomista: lo scrittore Avoledo candidato al Senato

UDINE. Gli autonomisti pescano il jolly e, dal mazzo delle candidature per le Politiche, estraggono una carta non indifferente: Tullio Avoledo. Il pressing del Patto per l’Autonomia nei confronti dello scrittore pordenonese – e che pare avere ottime chance di riuscita – è, infatti, costante e preciso. L’idea, nel dettaglio, è quella di schierare Avoledo nel collegio senatoriale che abbraccia il territorio dell’ex provincia di Pordenone e una fetta, consistente, di territorio udinese.
La composizione dello scacchiere autonomista, dunque, comincia a trovare una sua definizione all’interno di un gruppo che, sostanzialmente, ha scelto di tentare l’avventura alle Politiche come una sorta di prova generale e di volano per le Regionali, vero obiettivo della campagna 2018. La strategia politica, d’altronde, è chiara. Sfruttare i mesi e le regole – a partire dalla par condicio – di rincorsa al Parlamento per sponsorizzare sul territorio simbolo e aderenti del Patto che, il 29 aprile, si presenteranno alle Regionali.
Le possibilità, reali, di eleggere un rappresentante a Roma, infatti, sono poche. Praticamente nulle al proporzionale – dove il Rosatellum-bis al pari del precedente Porcellum fissa una quota minima pari al 20% dei voti per quelle forze che si presentano in una sola regione –, leggermente, più alte nei collegi visto che all’uninominale chi arriva primo vola in Parlamento senza dover superare alcuna soglia.
È quasi evidente, quindi, come nei listini del proporzionale verranno inseriti, al netto dell’obbligatoria alternanza di genere, tutti coloro che saranno schierati al maggioritario e che rappresenteranno anche i principali “cavalli” che correranno alle Regionali.
E in quest’ottica, perciò, è scontata la candidatura nel collegio di Pordenone alla Camera del sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair – e che, anzi, ha già cominciato la propria campagna elettorale nei giorni scorsi con un incontro ufficiale davanti a 300 persone –, di quello di Carlino Diego Navarria e di quello di Mereto di Tomba, nonché segretario del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo. Quando ai collegi di Navarria e Moretuzzo, è probabile che il primo si candidi a Udine e il secondo in quello che da Codroipo arriva sino alla montagna friulana, ma non èancora certo.
La motivazione, in questo senso, è semplice. Anche per le liste che si presentano in una sola regione la legge elettorale impone di schierare, al massimo, il 60% di candidati dello stesso genere. Questo significa, in altre parole, che nei sette collegi complessivi – cinque per la Camera e due per il Senato – nei quali è diviso il territorio del Fvg ci potranno essere non più di quattro uomini.
Facile intuire, perciò, come il Patto, in attesa di definire gli ultimi accordi anche su Trieste e che come spiegato guarda alle Politiche come forma di marketing elettorale, aspetti di capire dove incastrare le singole tessere del mosaico in base alle disponibilità ricevute. Cioè, il ragionamento di base è questo, il discrimine è riuscire a fare conoscere simbolo e uomini, non schierare, per quanto sia auspicabile, ognuno nel proprio territorio.
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