Jermann, i Felluga, Bastianich e la new entry Gravner tra le migliori cantine d'Italia

Sono 5 le cantine friulane che la rivista americana Wine Spectator, forse la più autorevole al mondo in fatto di enologia, ha inserito nella speciale classifica delle 103 migliori d’Italia. Quattro i nomi che rappresentano il blasone del territorio, come Livio Felluga, Marco Felluga, Jermann e Bastianich, e una gradita new entry (o meglio un ritorno), Gravner di Oslavia, il guru dei vini macerati nelle anfore georgiane. Una graduatoria di prestigio, quella di Wine Spectator, che colloca la nostra regione tra i territori più vocati. A parte i colossi Toscana (24 cantine menzionate), Piemonte (16) e Veneto (13), il Friuli è all’altezza, come numero di segnalazioni, di Trentino Alto Adige, Sicilia, Campania e Lombardia, mentre supera tutte le altre regioni. Le magnifiche 103 d’Italia sono state presentate ieri a Verona e faranno parte di Opera Wine 2020, l’evento di apertura del Vinitaly, il prossimo 18 aprile. Il premio di Wine Spectator non è scontato, un po’ come per le stelle Michelin della ristorazione: nella scorsa edizione le cantine degne di segnalazione erano 4 in più rispetto a quelle del 2020. La nostra regione, almeno in questo settore, rappresenta una piacevole controtendenza, con il nuovo ingresso di Gravner. Le altre punte di eccellenza sono tutte tra Collio (i due Felluga e Jermann) e Colli Orientali, con Bastianich.
Orgoglioso del risultato ottenuto Roberto Felluga, figlio del patriarca Marco (92 anni) che ha fondato Russiz Superiore sulle colline di Capriva. «Quelle menzionate dagli esperti americani - spiega il vignaiolo - sono tutte aziende che danno valore al territorio. Per noi in particolare è davvero un bel riconoscimento, da parte della rivista più prestigiosa al mondo. Così si dà continuità ed entusiasmo al lavoro che facciamo ogni giorno. Basti pensare che il Friuli Venezia Giulia rappresenta solo il 3% della produzione di vino in Italia, ma in fatto di qualità siamo a livelli di assoluta eccellenza per i bianchi, al pari dell’Alto Adige». Molto contento della performance Joe Bastianich, che nelle colline di Gagliano coltiva una quarantina di ettari di vigneto. «Grazie Wine Spectator - afferma il ristoratore, imprenditore e personaggio tv -. Come cantina siamo davvero onorati di essere parte di questa selezione, in grandissima compagnia, tra l’altro. Per me in particolare è un’emozione importante questo traguardo: Wine Spectator, da 40 anni, è il mio punto di riferimento nel mondo del vino». Commenti positivi, infine, da parte di Mateja Gravner, una delle figlie di Josko, che si occupa di comunicazione per l’azienda di famiglia. «Siamo molto contenti - dice - perchè c’è attenzione per i piccoli, come noi, da parte di un gigante come Wine Spectator. È un premio alla qualità, non è fondamentale il colore del vino, è fondamentale che sia buono. Bello essere ambasciatori del territorio, assieme agli altri colleghi in classifica. Ciò vuol dire che sappiamo competere e convivere. C’è posto per tutti in Friuli, decisive sono serietà nel lavoro e qualità del prodotto a favore del consumatore».
Tom Matthews, direttore di Wine Spectator, giudica «buona la salute del vino italiano», che nell’ultima Top 100 mondiale ha piazzato ben 21 etichette (quasi tutti rossi), rispetto alle 19 dell’anno scorso e alle 16 del 2017. Il fatturato del vino italiano all’estero vale 6,5 miliardi di euro (una parte importante la fanno Prosecco e Pinot grigio). Dalla nostra regione le vendite fuori dai confini valgono poco più di 130 milioni di euro, in lieve ma costante aumento da alcuni anni a questa parte. —
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