Italicum, Russo: mi sono battuto per avere tre distretti
UDINE. «Il modello Trentino Alto Adige, con gli otto collegi uninominali, in Fvg non è applicabile perché la tutela garantita a quel territorio è, costituzionalmente, più forte della nostra e perché un’eventuale deroga alla Regione si sarebbe tramutata in un’analoga richiesta da parte di Sicilia e Sardegna facendo crollare l’impalcatura stessa dell’Italicum».
Parola di Francesco Russo, senatore Pd di Trieste, dopo l’attacco lanciatogli dal consigliere regionale democratico Vincenzo Martines che lo aveva accusato di aver lavorato esclusivamente a favore dell’area giuliana nell’iter parlamentare di approvazione della nuova legge elettorale.
«L’Italicum prevede una serie di norme strettamente vincolanti – spiega Russo -. Personalmente ho provato a battermi per una legge che prevedesse tre collegi plurinominali per il Fvg, ma non c’è stato nulla da fare». E nemmeno, secondo il senatore giuliano, sarebbe mai stata approvata l’ipotesi di regalare alla Regione uno schema simile a quello del Trentino Alto Adige.
«Politicamente sarebbe stato impossibile – sostiene -. Innanzitutto, infatti, i collegi uninominali non li ha mai voluti il centrodestra, ma un’eventuale deroga al Fvg avrebbe comportato la morte stessa dell’Italicum visto che, sicuramente, alla nostra richiesta si sarebbero accodate le altre Regioni autonome con la sola Sicilia dotata, nel vecchio Mattarellum, di ben 61 collegi. Il Trentino Alto Adige, poi, è tutelato maggiormente di noi non per un capriccio, ma in virtù dei trattati internazionali siglati dall’Italia».
Non c’erano speranze, dunque, per arrivare a quella soluzione che Russo ritiene come la sola possibile per accontentare tutta la Regione e cioè la definizione di “13 collegi uninominali”, con l’unica strada alternativa percorribile legata all’unione di «Pordenone con Trieste e Gorizia» che però «non avrebbe garantito alcuna continuità territoriale al collegio».
Nessuna richiesta di deroga, dunque, verrà presentata alla Camera e al Senato per il Fvg visto che Russo conferma come in questi giorni il Pd stia lavorando a un ragionamento – da presentarsi alla riunione triestina di domani sera tra tutti i parlamentari democratici - che prevede «la ridefinizione del secondo collegio allargandolo a parte della Bassa friulana e riportando una porzione di montagna con Udine».
Secca, quindi, anche la risposta a Martines sulle accuse di blitz dopo l’approvazione dell’emendamento di modifica dello Statuto del Fvg che permette l’istituzione delle città metropolitane.
«Ho agito nell’interesse complessivo della Regione e non di una singola parte – conclude Russo -. Martines, infatti, finge di dimenticare due aspetti fondamentali e cioè che le città metropolitane erano già contenute nella legge Iacop e nella prima bozza di riforma degli enti locali presentata da Panontin. Quanto ai presunti sgarbi istituzionali, poi, ricordo che è il Parlamento a scrivere gli statuti, non i Consigli regionali e che se avessi voluto avrei potuto presentare un emendamento, peraltro votato da tutti i senatori del Pd del Fvg, che rimetteva in automatico le città metropolitane, non lasciare la scelta alla Regione. Perché se è vero che questo Consiglio regionale ha votato contro la loro istituzione non è detto che, in futuro, una nuova assemblea non cambi idea venendo incontro ad alcune esigenze manifestate dal territorio giuliano che, probabilmente, non sono state ascoltate con la dovuta attenzione dagli attuali consiglieri». (m.p.)
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