Italia-Israele, la pace non ferma la protesta: «Proseguiremo fino alla fine dell’occupazione della Palestina»

Il comunicato degli organizzatori sul corteo in programma il 14 ottobre a Udine, per il quale sono attese 10 mila persone. «Non basta un cessate il fuoco per giocare come se nulla fosse»

Il corteo a favore della Palestina organizzato nel 2024 a Udine in occasione di Italia-Israele
Il corteo a favore della Palestina organizzato nel 2024 a Udine in occasione di Italia-Israele

La firma dell’accordo di pace non ferma la protesta. Gli organizzatori del corteo a favore della Palestina confermano la mobilitazione in programma a Udine martedì 14 ottobre, prima di Italia-Israele. Una risposta decisa, rivolta, tra gli altri, anche al ministro degli Interni Matteo Piantedosi, che venerdì aveva detto di confidare sul fatto che la protesta potesse essere attenuata a seguito della firma dell’accordo di pace tra Hamas e Israele.

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«Le immagini di festa che arrivano da Gaza – si legge nel comunicato firmato, tra gli altri, dal Comitato per la Palestina di Udine –  non possono che essere accolte con grande gioia e invitare tutti a festeggiare l’attuale cessate il fuoco e la riduzione delle violenze di Israele. Tuttavia, la fine dei bombardamenti non può essere considerata una garanzia di pace e giustizia». Gli organizzatori, che dunque confermano la mobilitazione per la quale sono attese circa 10 mila persone da tutta Italia, puntano il dito contro il governo e la Figc: «Consideriamo inaccettabile che la Figc e il governo italiano normalizzino le politiche di un Paese che pratica da decenni, in maniera continuativa e strutturale, violazioni dei diritti umani. Non basta un cessate il fuoco per tornare a giocare come se nulla fosse. Lo sport deve essere dalla parte della giustizia, non del genocidio e dell’occupazione, che, per il momento, continua a Gaza e in tutta la Palestina».

«Mentre cresce la mobilitazione popolare per chiedere giustizia e libertà per il popolo palestinese – prosegue il comunicato – , le istituzioni locali e nazionali, che da lungo tempo approvano le violenze israeliane, cercano di creare un clima di paura e criminalizzazione attorno alla manifestazione. A noi continua a spaventare solo una cosa: la complicità delle istituzioni unita all’indifferenza di chi ancora non sta prendendo posizione contro chi che per anni ha bombardato scuole e ospedali».

«La retorica vuota della violenza e del terrore (che lo scorso 3 di ottobre ha colpito anche un gruppo di famiglie udinesi, ree di aver organizzato “lo sciopero dei bambini”) non dimostra altro che la loro preoccupazione di fronte a una mobilitazione ampia e trasversale. Continuiamo a fare nostra la richiesta della federcalcio palestinese che non chiede un minuto di silenzio o un “gesto di pace” ai giocatori italiani, ma una presa di posizione netta nei confronti di chi commette crimini contro il proprio popolo e i propri sportivi. Per questo chiediamo alla Figc di boicottare la partita Italia–Israele e di ascoltare il grido che arriva dalle piazze: lo sport non può normalizzare l’apartheid e l'occupazione nè tanto meno un genocidio».

 

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