Il messaggio che arriva dallo sport

L’incontro sportivo si è trasformato in un gesto politico: perché chi scende in campo non rappresenta solo una maglia, ma una scelta. Lo sport ha il potere di mandare messaggi, anche giocando. La nazionale di Gattuso ha l’occasione di lanciare il proprio

Gli occhi saranno puntati su Udine per la partita che fa discutere e divide da mesi. Il terreno di gioco si è trasformato in agorà politica dove tutti hanno detto tutto. Udine non è abituata a questo tipo di manifestazioni di protesta di massa, tanto da aver costretto le forze dell’ordine a prendere le misure che si adottano per l’allerta massima. Sbarcheranno diecimila persone, secondo le previsioni, per dire no alla guerra.

La partita tra l’Italia e Israele si è trasformata in scontro politico tra centrosinistra – che attraverso il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha chiesto anche il rinvio del match – e il centrodestra che, invece, allo stadio ci sarà. «Spero – ha detto il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga – che anche tante persone vengano a sostenere il nostro Paese, l’Italia, la nostra squadra di calcio che si gioca la partecipazione ai Mondiali. È un evento sportivo e mi auguro che rimanga tale. Se qualcuno vorrà portare scontri lì fuori ne dovrà pagare le conseguenze».

Italia-Israele, lo sport ha il potere di trasmettere i messaggi

Il ct della nazionale Gennaro Gattuso ha riportato al centro la questione sportiva: «Mi fa male al cuore vedere quanto sta accadendo a Gaza. Però noi questa partita dobbiamo giocarla, altrimenti perdiamo 3-0 a tavolino». E ha aggiunto: «Rispetto chi resterà fuori dallo stadio per protestare, anche se dispiace per le famiglie che volevano venire. In ritiro siamo tutti felici nel vedere un fiume di gente che rientra a Gaza, e siamo felici per il ritorno degli ostaggi». Mentre l’ex campione Claudio Marchisio ha affermato: «Dividere sport e politica è impossibile. Anche gli sportivi sono persone, no? Dobbiamo vivere tutti quanti quello che realmente sta succedendo».

Italia-Israele, la vigilia in una Udine blindata: il videoracconto

Si giocherà, in un clima preoccupante, un match che ha avuto da varie parti pressioni enormi, che era stato annunciato con più presenze fuori dallo stadio che sugli spalti. Preoccupante perché c’è da chiedersi se tra le migliaia di manifestanti che si sono dati appuntamento a Udine riusciranno a infiltrarsi i facinorosi che spingono fino a far degenerare un evento che dovrebbe invocare la pace. La prevendita, ferma a poche migliaia di biglietti, ha avuto un lieve balzo negli ultimi giorni. La questura prepara barriere e controlli. La città ovunque è transennata e blindata, sono arrivati centinaia di agenti. L’incontro sportivo si è trasformato in un gesto politico: perché chi scende in campo non rappresenta solo una maglia, ma una scelta. Lo sport ha il potere di mandare messaggi, anche giocando. La nazionale di Gattuso ha l’occasione di lanciare il proprio.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto