Istantanee sulle rogge che abbellivano Udine

Un libro raccoglie le fotografie di Viola scattate negli anni Ottanta
Foto Viola di Renata Viola Mortegliano, via Udine 43 tel. 0432 760308 fotoviola@gmail.com
Foto Viola di Renata Viola Mortegliano, via Udine 43 tel. 0432 760308 fotoviola@gmail.com

UDINE. Ci sono angoli della città che non conosciamo o che mai abbiamo visto, soprattutto le persone più giovani.

Ed è solo grazie a maestri della fotografia, che hanno immortalato quadri unici, che conserviamo ricordi della città del passato, quando Udine era attraversata dalle rogge da nord a sud, prima della cementificazione e della copertura.

«L’acqua che “per villam nostram de Utino fluit” è nominata per la prima volta in un atto del patriarca Volrico II di Treffen, rogato il 4 maggio 1171 per concederne l’uso alle ville di Cussignacco e Pradamano. L’acqua, che già allora scorreva per Udine, era sicuramente quella derivata dal torre nei pressi di Savorgnano», come si legge nella pubblicazione “Acque di Udine, lis rois e la Ledre” curata dallo storico Gianfranco Ellero e che con oltre un’ottantina di scatti inediti in bianco e nero di Riccardo Viola raccontano la “Udine minore” dei primi anni 80 con un focus sulle acque della città sono raccolti.

Foto Viola di Renata Viola Mortegliano, via Udine 43 tel. 0432 760308 fotoviola@gmail.com
Foto Viola di Renata Viola Mortegliano, via Udine 43 tel. 0432 760308 fotoviola@gmail.com


Ricorda l’autore che poi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la città di Udine pensò di modernizzarsi in due modi: abbattendo la cinta murata del 1440 e seppellendo le rogge.

Nel 1848 venne proposto di coprire un lungo tratto della roggia di Palma davanti all’arcivescovado, ma fu bocciata dall’ingegnere comunale.

Con questo nuovo volume, la Provincia di Udine rende omaggio al fotografo Riccardo Viola, autore delle istantanee, a un anno dalla sua scomparsa. Il reportage sulle rogge, i mulini, i tratti d’acqua non ancora intombati, costituisce solo una parte di una corposa indagine fotografica condotta da Viola insieme con Ellero che diventa documentazione storica sull’evoluzione della città e, in particolare, su quelle zone che avevano resistito all’espansione edilizia degli anni Sessanta e Settanta, ovvero le borgate frapposte tra il centro e i paesi della circostante campagna dove si potevano ancora scorgere case basse con archi passanti e ballatoi in legno, cortili interni e orti privati.

E quando fra le case scorreva l’acqua, come fra Chiavris e Porta Gemona, e anche una serie di ponticelli che fungevano da ingressi a corti e strade. Complementari alle foto, alcune note e cartine geografiche che spiegano l’andamento delle rogge a Udine.



E poi appunti di storia sui corsi d’acqua in città. Nel 1924 si parlò di deviare la roggia di Udine da porta Gemona al canale del Ledra, nel 1925 di deviarla anche da viale Vat. Si arriva agli anni 50 e alla contrapposizione tra la commissione provinciale per la tutela del paesaggio che il 29 maggio 1951 suggerì di vincolare i corsi d’acqua, ma nell’ottobre del ’53 il consiglio comunale approvò invece la copertura del tratto di via Grazzano. Fu poi la volta di via del Gelso, di via Gorghi, dei piazzali Osoppo, Cella e Chiavris. Allora si pensava così di risolvere il problema del traffico, allargando le strade e chiudendo le rogge.

Scrive Ellero: «La copertura delle rogge, paragonabile a un intervento di chirurgia plastica, non ottenne quindi, gli effetti sperati, e deturpò il volto della città. Per capire ciò che abbiamo perduto, possiamo guardare i pochi tratti scoperti, compreso quello di recente riportato alla luce, per pochi metri, in via Grazzano, davanti al Museo di storia naturale».

Il volume si divide in tre capitoli con decine di fotografie a colori e in bianco e nero.

Conoscete alla perfezione il percorso dei corsi d’acqua? Il libro vi accompagna attraverso i corsi d’acqua.

Arricchisce la pubblicazione, la biografia di Riccardo Viola, fotografo d’arte, a cura del professor Giuseppe Bergamini.

Il volume sarà presentato domani alle 17.30 nel salone del consiglio provinciale di Udine da Pietro Fontanini, presidente della Provincia (che ha sostenuto i costi), dallo storico Gianfranco Ellero e dal professor Giuseppe Bergamini.

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