Isonzo balneabile e tubi senza amianto «Ecco le sfide da vincere per Irisacqua»

l’intervista
«Un secondo mandato che inizia con la fiducia all’unanimità parte da presupposti completamente diversi e, oltre ad essere motivo di grande soddisfazione personale, rappresenta, se possibile, anche un forte stimolo in più».
Gianbattista Graziani è stato confermato alla guida di Irisacqua: continuerà ad essere lui l’amministratore unico. Ricucito lo strappo con alcune amministrazioni comunali, guarda avanti. Ed elenca le priorità.
Graziani, sarà un secondo mandato impegnativo?
Partiamo da una cosa che diamo per scontata: la normale amministrazione. In Irisacqua il servizio erogato è regolare e di qualità, è un risultato che va ricordato e che ci permette di concentrarci sulle sfide e sull’evoluzione. Questo secondo mandato inizia con la mission impegnativa di proseguire con decisione sul grande progetto di dismissione delle tubature in cemento-amianto. Siamo partiti bene e abbiamo un orizzonte temporale lungo, 10 anni, ma i prossimi 3 saranno cruciali per centrare l’obiettivo di avere una rete idrica “asbestos free”.
Le prospettive?
Dopo il bel convegno che abbiamo organizzato sul tema del cemento-amianto, ora vogliamo proporre al Ministero della Transizione Ecologica una modifica normativa affinché le tubature dismesse non siano più classificate come “rifiuti speciali” da rimuovere e smaltire, con rischi, costi e problemi logistici elevati. L’obiettivo primario è di lasciarle in loco per un possibile, nuovo riutilizzo futuro. Puntiamo a un secondo ciclo di vita sia come condutture utilizzabili in caso di necessità, sia come cavidotti per i sottoservizi.
Sotto il profilo della digitalizzazione, siete a buon punto?
Sì, assolutamente. Ma vorrei dare un ulteriore impulso al concetto di smart city. Abbiamo lanciato un progetto-pilota con l’Ater per implementare i contatori intelligenti, ma vogliamo fare di più. Penso, ad esempio, ai rilevatori di portata per individuare con precisione e tempestività le perdite della rete. Questi strumenti, uniti alla digitalizzazione dell’azienda con l’Industria 4.0, progetto che partirà quest’anno, potranno permetterci di abbattere ulteriormente le perdite della rete e scendere sotto il 30%, un dato che già oggi (siamo al 34%), è di gran lunga migliore della media.
Come prosegue il progetto della Dorsale?
È una delle colonne del piano degli investimenti. Il depuratore di Staranzano (il cui iter è stato estremamente travagliato) sarà unico e concluderà l’infrastruttura di “collettamento” di tutti gli scarichi fognari della provincia, composta dai lotti Nord e Sud della cosiddetta Dorsale. Questa ci dà una grande soddisfazione.
Quali gli obiettivi?
Al termine di tutti questi lavori, saremo una provincia che non immetterà più neanche una goccia di acqua non depurata nell’Isonzo e che avrà una rete acquedottistica “asbestos free”: saranno risultati non scontati e estremamente rilevanti per una realtà come la nostra. Irisacqua, nel corso del tempo, è stata capace di intraprendere una strada che porterà a risultati di questo tipo: prova di una società sana e che può contare, nei suoi 100 dipendenti, su professionalità di alto livello. A questo si aggiunge anche che siamo perfettamente allineati alla normativa che prevede un gestore unico per ciascun Ambito territoriale ottimale, è una condizione unica in regione perché negli Ambiti di Trieste, Udine e Pordenone vi sono più gestori.
Irisacqua, dunque, è un’azienda sana?
Sana e solida. E grazie a questa solidità, forse, possiamo cominciare a guardare anche oltre, sia a livello territoriale, facendo sistema con le altre realtà, sia sul piano temporale. Oggi, infatti, ci avviamo alla conclusione di quanto previsto dal Piano di investimenti originario, compilato alla nascita di Irisacqua e che raccoglieva le esigenze dell’epoca dei Comuni. Probabilmente, è giunto il momento di aggiornarlo per tracciare le linee-guida per i prossimi 20 anni, con conseguente rifinanziamento e ridistribuzione delle risorse per rispondere alle nuove esigenze del territorio.
Importante, nei giorni scorsi, l’accordo con i sindacati. Ci andate orgogliosi?
Sì. È un’intesa proiettata nel futuro. È un passaggio fondamentale per il benessere interno dell’azienda, e i sindacati lo hanno descritto come estremamente innovativo per il settore. Sono soddisfatto di averlo chiuso risolvendo alcune situazioni interne che erano rimaste sul tappeto e riconoscendo ai lavoratori di Irisacqua il loro valore e il loro contributo imprescindibile ai risultati dell’azienda. Poi c’è un altro concetto che vorrei esprimere.
Quale?
In questi 4 anni abbiamo dato impulso alla comunicazione di Irisacqua. È un tema che sento come un dovere civico, oltre che un obbligo di trasparenza nei confronti dei cittadini. Dal nuovo sito internet ai progetti di divulgazione nelle scuole, dalle borracce alla presenza a Gusti di frontiera: sono stati molti i momenti di comunicazione in cui abbiamo cercato di promuovere l’acqua della nostra rete.
Qual è lo stato di salute della nostra risorsa idrica?
Oltre ad essere acqua di qualità, pari se non superiore a quelle in bottiglia che si comprano al supermercato, la risorsa idrica è un bene primario e non infinito. L’ambizione è quella di contribuire alla diffusione del rispetto dell’acqua come parte del più ampio concetto di rispetto ambientale, basti pensare a quante bottiglie di plastica si risparmierebbero se ognuno di noi bevesse solo acqua di rete. —
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