Intervista a Furio Honsell: vorrei fare il sindaco di Udine per 10 anni

«Ricandidarmi? Prima di tutto dovrebbero chiedermelo, la candidatura è frutto di una scelta condivisa. Certo, se i partiti e le liste che mi sostengono me lo chiedessero, sì. Un 2010 importante per casa Cavazzini, Museo etnografico e piazza XX settembre». Parla il primo cittadino di Udine Furio Honsell
Le idee valgono più dei soldi. E così il sindaco Furio Honsell è pronto a scommettere che il 2011 sarà un anno da incorniciare per la città di Udine. Ed è pronto a ricandidarsi. Perché anche se i soldi sono pochi e forse saranno ancora meno, le idee e i progetti sono tanti. A incominciare dal Museo di storia naturale. «Tra i compiti per le vacanze che ho assegnato ai nostri dirigenti – dice – c’è proprio l’analisi dettagliata dei costi e delle problematiche da affrontare a seconda della sede che verrà scelta per la realizzazione del Museo».


O piazzale Cadorna o l’ex Frigorifero?

«Sì. Ma più che di ex Frigorifero parlerei di area degli ex Mercati. Oltre al Frigo c’è anche l’ex granaio e potremmo sfruttare anche altri edifici di via Sabbadini. Entro i primi 15 giorni di gennaio conto di avere il quadro completo delle opportunità per poter analizzare non soltanto i costi, ma anche gli aspetti urbanisitici (il museo richiede disponibilità di posti auto) e culturali. Voglio arivare a una scelta condivisa per cui mi confronterò anche con l’opposizione, con la Regione e con gli assessori alla Cultura regionale e provinciale».


Senza finanziamenti però sarà difficile..

«Sul museo ognuno dovrà fare la sua parte. Ciò che conta davvero però non è la quantità di denaro a disposizione, ma la quantità di idee e progetti e la capacità di metterli in pratica. Per questo conto di risolvere definitivamente il problema dell’autostazione che abbiamo ereditato dalla Provincia e di veder partire il progetto del nuovo stadio Friuli».


Altre idee da realizzare?

«Abbiamo dato il via alla pedonalizzazione di piazza XX settembre. Nei primi mesi del 2011 ci trasferiremo il mercato e in tutta l’area si potrà navigare in internet attraverso una rete wireless».


Poi?

«Poi toccherà a via Mercatovecchio, nel 2011 inizieranno i lavori per l’arredo urbano e troveremo una soluzione per la linea numero 1».


Eliminandola?

«Assolutamente no. Pensiamo di raddoppiare la linea. Ci sarà un collegamento diretto tra i due centri medici principali (ospedale e Gervasutta-Piave) passando per la stazione e poi una linea di collegamento al centro con dei mini bus che potrebbe fermarsi in piazza Libertà e piazza Marconi. Ma anche su questo ascolteremo tutti e se proprio non sarà possibile lasciare la via interamente pedonale ci faremo passare solo un mini-bus. Il modello comunque sarà quello della Kartnerstrasse».


Roba vecchia, idee ereditate dalla precedente amministrazioni, dicono i critici. Lei cosa risponde?

«Che le idee devono essere anche realizzate. Io cerco sempre di portare avanti la logica del fare».


Per esempio?

«Grazie all’impegno di enti e istituzioni nel 2011 spero di togliere la prima pietra per la realizzazione del parcheggio sotterraneo in piazza Primo maggio. E di mettere la prima pietra per il recupero dell’ex Macello e dell’hospice che adesso è in mano all’azienda sanitaria, solo per citarne alcuni».


Diciamone altri.

«Ci saranno nuove asfaltature e nuovi marciapiedi per milioni di euro. E poi il 2011 sarà l’anno delle grandi fusioni: Net e Csr daranno vita al primo grande gestore dei rifiuti mentre il Comune entrerà nel Cafc visto l’obbligo di cedere il ramo acqua di Amga. Sono due operazioni strategiche».


Un motivo per ricordare il 2010 invece?

«Ne dico tre: casa Cavazzini, il museo etnografico e soprattutto la pedonalizzazione di piazza XX settembre. E poi la visita di Napolitano».


La sua amministrazione è ormai a metà mandato. Che voto si da?

«Sufficiente».


Solo sufficiente?, cos’è mancato per arrivare ai pieni voti?

«All’inizio ho dovuto imparare. Adesso penso di poter dare di più. Non che abbia finito di imparare, si intende, ma mi sento pronto per lo sprint finale».


Tornando indietro cambierebbe qualcosa?

«No, ho agito sempre pensando che fosse la cosa migliore per i cittadini. Certo, se avese vinto Illy Udine non sarebbe stata penalizzata nel dialogo con la Regione, ma speriamo di recuperare anche su questo fronte».


Si ricandiderebbe?

«Prima di tutto dovrebbero chiedermelo, la candidatura è frutto di una scelta condivisa. Certo se i partiti e le liste che mi sostengono me lo chiederanno, sì. Vorrei fare il sindaco per 10 anni».


Niente corsa per le regionali?

«Non l’ho mai preso in considerazione. Penso solo a fare il sindaco».


Anche quando critica Tondo?

«Certo. Se la Regione taglia dei servizi o fa una scelta che ha ricadute per la cittadinanza mi sento in dovere di intervenire come sindaco e non come politico o come aspirante presidente».


La critica che l’ha infastidita di più?

«Quelle generiche, tutte».


Quella che l’ha inorgoglita?

«Tornerei sul tetto domani per parlare con gli operai. Nessuno lo aveva fatto, io ho cercato di capire il loro disagio e poi ne ho parlato col prefetto per cercare di risolvere il problema, cosa che poi è accaduta. Nessuna voglia di apparire quindi, solo il desiderio di risolvere un problema. E sono anche orgoglioso di portare la fascia tricolore dappertutto. Vuol dire che il Comune è presente».

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