Inneggiavano a nazismo e antisemitismo sul web: tre giovani denunciati, c’è anche un 14enne di Pordenone
Le abitazioni dei ragazzi sono state perquisite dalla polizia: sequestrato materiale propagandistico e violento. «Dobbiamo riorganizzare le camice nere» si legge in una delle chat del gruppo

Perquisizioni, sequestri di materiale propagandistico e violento, limitazioni all'uso del web e denunce: è scattato il 10 giugno, con azioni parallele, il blitz della Polizia di Stato nei confronti di alcuni gruppi neofascisti e razzisti che facevano proselitismo sul web e progettavano aggressioni e acquisizioni di armi. Due indagini distinte, ma che in entrambi i casi hanno colpito giovani esponenti dell'estrema destra che inneggiavano anche al nazismo e all'antisemitismo.
La prima indagine ha portato le Digos di Milano e Como a intervenire in provincia di Como e a Pordenone, con tre perquisizioni e altrettante denunce nei confronti di un ragazzo di 17 anni e mezzo e di un 15enne, entrambi residenti nel Comasco, oltre che di un 14enne residente a Pordenone.
Il gip presso il Tribunale per i minorenni di Milano ha disposto per il 17enne, italiano di origine turca, incensurato, il "divieto per due mesi di utilizzo di strumenti per l'accesso al web". Secondo le indagini era il presunto promotore di un gruppo "finalizzato alla propaganda e all'istigazione a delinquere per motivi di odio razziale, anche mediante l'apologia della Shoah". «Questo è il mio gruppo di fascisti», «dobbiamo riorganizzare le camicie nere» e «allestire un gruppo paramilitare o squadre con fascia con logo del partito per picchiare stupratori, molestatori e borseggiatori con manganelli", e ancora «morte agli ebrei e a chiunque li sostenga», sono alcune delle frasi utilizzate sui profili Instagram, Telegram e WhatsApp che facevano capo al diciassettenne.
Si tratta però di un'attività ideologica che non aveva portato ancora ad organizzare alcuna azione concreta e che si limitava all'apologia, alle velleità politiche estreme, agli insulti e al desiderio di mettere a segno spedizioni punitive contro omosessuali ed ebrei. Oltre a provare ad acquisire coltelli, bastoni e altro per armarsi.
Nella seconda inchiesta Digos e Ros sono entrati all'alba nella Comunità militante dei dodici raggi di Azzate (Varese). Gli indagati sono dieci, a cominciare dal leader del gruppo, Alessandro Limido. Le accuse contestate sono apologia di fascismo, manifestazioni fasciste e naziste, istigazione all'odio razziale che veniva portato avanti anche attraverso la minimizzazione della Shoah.
Durante la perquisizione sono stati sequestrati alcuni coltelli e materiale inneggiante al fascismo e al nazismo, nonché a Hitler e Mussolini. Ispezionato (e sequestrato) dagli inquirenti anche il canale Telegram dei Do.Ra. attraverso il quale è stato diffuso materiale audio e video inneggiante a fascismo e nazismo, contro il popolo ebraico e finalizzato all'istigazione dell'odio razziale.
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