Incinta a 15 anni scappa di casa per non abortire

Pordenone, la ragazzina chiede aiuto a un legale. I genitori cedono
Scappa di casa per far nascere il piccolo concepito con il ventunenne albanese di cui si è innamorata e per sfuggire alla volontà contraria dei genitori, che quel rapporto e quella gravidanza non li avevano accettati. Così, a 15 anni, raggiunge il suo ragazzo e chiede l’aiuto di un legale. Poi la vicenda viene resa pubblica e, in 24 ore, arriva il colpo di scena: mamma e papà decidono di assecondare la figlia.


Tutto inizia un anno e mezzo fa, quando la ragazzina, figlia di una coppia dell’hinterland pordenonese, si innamora di un operaio di origini albanesi, di qualche anno più grande di lei. Da quell’amore – probabilmente vissuto con immaturità e leggerezza e comunque sempre contrastato dai genitori di lei –, la scorsa estate era già nato un figlio, che la giovanissima mamma, allora quattordicenne, non aveva mai visto perché subito dato in adozione.


A distanza di qualche mese, la ragazzina rimane di nuovo incinta e anche in questo caso vuole portare a termine la gravidanza. Stavolta, però, vuole anche allevare il suo bambino, nonostante la ferma opposizione dei suoi genitori, che invece vorrebbero farla abortire o comunque far adottare il neonato. Ma lei non vuole rinunciare al suo secondogenito e dice che non riuscirebbe a sopportare il dolore di un’altra separazione. Quindi scappa di casa e va dal ragazzo albanese, che i suoi non riescono ad accettare, trovando l’appoggio della famiglia di lui, in particolare della madre, intenzionata ad aiutare come può la giovane coppia. La ragazza, che frequenta un istituto secondario superiore, viene poi convinta dai genitori a far rientro a casa. Però, insieme al fidanzato, si rivolge all’avvocato Laura Ferretti perchè sia evitato l’aborto o una traumatica nuova adozione.


È difficile accettare che la propria figlia diventi madre in un’età in cui si è poco più che bambine. I sogni nutriti nei suoi confronti e il futuro immaginato per il suo futuro si erano sgretolati quando avevano capito che la ragazza si era innamorata di un giovane di origine albanese, verso il quale c’erano non poche perplessità. E le cose erano peggiorate quando la figlia era rimasta incinta la prima volta a quattordici anni e la seconda (forse volutamente, per superare il trauma dell’allontanamento dal primogenito) a quindici.


L’avvocato Ferretti, al quale la futura mamma si era rivolta, si attiva inizialmente per coinvolgere il giudice tutelare di Pordenone e far sì che la volontà della giovane possa essere rispettata. Il giudice tutelare, infatti, in caso di necessità, può sostituirsi ai genitori o nominare un curatore speciale che compia le scelte al posto dei genitori della ragazza. Da verificare, inoltre, l’eventuale responsabilità penale del ragazzo albanese per aver avuto rapporti con una quattordicenne. Proprio mentre la vicenda diventa di dominio pubblico, suscitando reazioni in mezza Italia, i genitori della studentessa fanno marcia indietro. La giovane chiama in lacrime il suo legale e le spiega, ancora incredula, di essere finalmente riuscita a parlare “veramente” con i suoi. Dopo due anni di incomprensioni, sarebbero finalmente emerse le motivazioni che avevano spinto i genitori a ostacolarla, mettendo gli uni contro l’altra. Mamma e papà, quindi, si dicono disponibili ad accogliere il bimbo e ad aiutare la figlia nel difficile percorso che l’attenderà, quello di diventare madre a soli 15 anni. «Se effettivamente la ragazza – conclude l’avvocato Ferretti – avrà l’appoggio dei genitori e se questi non ostacoleranno la sua gravidanza e non le chiederanno di far adottare il bambino, non sarà più necessario ricorrere al giudice tutelare».


Sulla vicenda c’è il polemico commento dell’assessore ai Servizi sociali di Pordenone, Gianni Zanolin: «Il bambino non ha mai corso il rischio di non nascere. Se la madre decide di portare a termine la gravidanza, nessuna persona può intromettersi nella sua decisione».

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