Si ribalta con il trattore e viene schiacciato: muore un anziano a Ovaro
Luciano Giorgis, 93 anni, rientrava dopo una giornata in quota a tagliare il fieno. Il sindaco: grande perdita per la comunità

Schiacciato dal suo trattore, mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro in valle. La vita di Luciano Giorgis, 93 anni, si è conclusa così, nel pomeriggio di lunedì, a Ovaro, alle porte della frazione Mione.
Giorgis, classe 1931, forse a causa di un malore, avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe uscito di strada: giunti sul posto, i vigili del fuoco hanno trovato il trattore rovesciato in un canale accanto alla carreggiata, con il conducente sotto il mezzo agricolo. Estratto il corpo della vittima, i pompieri hanno iniziato le manovre di rianimazione cardio-polmonare, utilizzando anche il Defibrillatore automatico esterno (Dae), in attesa dell’arrivo del personale sanitario, che non ha potuto far altro che constatare il decesso. A questo punto, i vigili del fuoco hanno completato l’intervento, con la messa in sicurezza del mezzo incidentato e dell’area del sinistro. Ulteriori indagini saranno svolte dai carabinieri.
Stando alle prime informazioni, condivise dalle forze dell’ordine e dal sindaco di Ovaro, Lino Not, giunto sul posto pochi minuti dopo l’incidente, Giorgis stava tornando a casa dopo una giornata trascorsa in quota “a fare fieno”: il trattore, che ha interrotto la sua corsa a pochi metri dalle prime case di Mione, come si vede dalle foto, trainava l’imballatrice.
«Luciano Giorgis era una persona molto nota e stimata in paese – dice Not –, aveva a cuore la valle e si occupava di tenere puliti i terreni che possedeva nella zona». In passato, ricorda il sindaco, «aveva lavorato nell’edilizia, andando anche fuori regione e collaborando alla realizzazione dell’autostrada del Sole, tra Toscana ed Emilia Romagna». In seguito, era rientrato in Friuli ed era diventato «un punto di riferimento sia per la val Degano sia per la val Pesarina, perché era stato il primo presidente del caseificio della valle, negli anni successivi al terremoto, quando l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa) si era occupata di mettere in piedi le latterie sociali, volano per la ricostruzione post sisma», aggiunge il sindaco, ricordando che, tra le tante attività che svolgeva, Giorgis era anche alpino. «Partecipava agli incontri del gruppo di Ovaro, più volte l’ho visto con la penna in testa». Una persona, conclude Not, «di quelle che lasciano il segno: un uomo da ricordare».
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