Incendio alla Santarossa, scatta l’inchiesta: la magistratura punta sulla pista dolosa

Prata: il pm acquisirà la relazione dei vigili del fuoco, poi aprirà il fascicolo. A breve i prelievi a caccia di tracce di acceleranti

PRATA. Scatta l’indagine sul rogo che giovedì mattina, 28 giugno, ha devastato il magazzino dell’ex Santarossa components, la storica azienda del mobile dichiarata fallita in maggio.

La Procura, in attesa di poter ricevere una relazione completa da parte dei vigili del fuoco, propende per la pista dolosa. È l’ipotesi ritenuta più probabile in questa fase iniziale dell’inchiesta, affidata al sostituto procuratore Marco Brusegan.

Incendio al mobilificio Santarossa di Prata

Una volta aperto il fascicolo, con l’ipotesi di reato di incendio doloso, il pm valuterà se disporre eventuali accertamenti tecnici specifici.

Nel frattempo continua senza sosta il lavoro di raccolta dati dei vigili del fuoco che, dopo il tempestivo maxi-intervento per lo spegnimento dell’incendio all’alba di giovedì che ha coinvolto 16 squadre e 17 mezzi, ieri hanno mantenuto una squadra a presidio del magazzino distrutto dalle fiamme.

Alba di fuoco: incendio devasta il magazzino della Santarossa

Nei prossimi giorni sarà necessario l’intervento di una ditta specializzata per completare l’intervento di messa in sicurezza della struttura, che è ancora pericolante.

Resta sotto sequestro anche l’area retrostante al magazzino e sono stati interdetti i passaggi laterali vista la pericolosità di alcuni pannelli superstiti che stanno in piedi “per miracolo”. Al termine degli accertamenti la struttura dovrà essere interamente demolita.

Una volta completata la messa in sicurezza i vigili del fuoco potranno procedere con i prelievi e le campionature per le analisi di laboratorio, a caccia in particolare di eventuali tracce di sostanze acceleranti (ad esempio alcol o benzina) che confermerebbero l’ipotesi dolosa.

Vista la pericolosità che caratterizza tuttora l’area dell’incendio – in attesa della messa in sicurezza – i vigili del fuoco non hanno potuto accedere all’impianto elettrico, che è sotto le macerie. Visionarlo sarà fondamentale per escludere l’ipotesi di un cortocircuito, che al momento non può ancora essere del tutto accantonata.

I vigili del fuoco, già nel corso della giornata di giovedì, avevano sentito il proprietario Massimo Santarossa, e alcuni dipendenti per raccogliere elementi utili agli accertamenti.

Era stata la guardia giurata del Corpo vigili notturni, all’ala di giovedì, a lanciare l’allarme al 112. Aveva appena concluso il quarto giro di controllo della struttura, senza riscontrare alcun segnale sospetto, quando una delle centraline antincendio aveva iniziato a suonare, intorno alle 5.30, poco prima dell’apertura dei cancelli dello stabilimento.

La vigilante si era precipitata verso il punto indicato dalla sirena: quando aveva aperto la prima porta tagliafuoco aveva visto il fumo e le fiamme uscire dalla fessura della seconda porta di contenimento e aveva immediatamente chiesto l’intervento dei vigili del fuoco.




 

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