In Vespa fino a Chernobyl Partita la missione di Berlenga



È partita poco dopo le 10 di ieri dalla loggia del municipio di Pordenone la nuova avventura di Massimo Berlenga, una passione sfrenata per la Vespa e l’animo altruista. Il tema di questa nuova trasferta (che segue di un anno e mezzo quella a Capo Nord) è emblematico: “In Vespa nel feudo del Cesio 137”. Il pratica, raggiungeranno l’ex centrale nucleare di Chernobyl.

«Io sono un appassionato dei viaggi in Vespa invernali – ha affermato Berlenga prima della partenza – ma a Chernobyl bisogna andare d’estate, per una questione di clima e temperature». Il tour, al quale parteciperanno anche Massimo Zanetti, fotografo, e Stefano Romano, interprete (i quali seguiranno Berlenga con un furgone attrezzato) toccherà alcune tappe della “follia umana”: Auschwitz-Birkenau e, appunto, la famigerata centrale nucleare in Ucraina.

L’obiettivo è, come per il viaggio di un anno e mezzo fa, sempre nobile e altruistico. Infatti, dalle immagini scattate da Massimo Zanetti sarà tratto un calendario e un libro i cui proventi derivati dalla vendita saranno devoluti all’Area giovani del Cro di Aviano.

«Con questo viaggio entriamo nella bocca del leone, i luoghi in cui sono state causate moltissime morti – ha spiegato Berlenga – sia per quanto riguarda i campi di concentramento che la centrale nucleare vorremmo trasmettere ai ragazzi il concetto che non bisogna arrendersi mai». Il viaggio vuole anche essere un modo per vedere da vicino quel che è stato il teatro di un disastro umanitario e quanto ancora non sappiamo.

Il 4 luglio, inoltre, il gruppo sarà ospite dell’ambasciatore italiano a Kiev. Per l’occasione ieri, alla partenza, l’assessore Pietro Tropeano ha consegnato ai tre alcuni regali da porgere all’ambasciatore: del materiale sul Cinema muto, il catalogo del museo civico, la guida della città e un cd con le bellezze di Pordenone.

«Dopo l’avventura al Polo Massimo ci riprova – ha affermato Tropeano, salutando alla partenza –. Parleranno della nostra città e della nazione attraverso un simbolo dell’Italia che è la Vespa. Lo faranno toccando luoghi simbolo di sofferenza: sarà un’esperienza culturale, sportiva e soprattutto sociale a favore dell’Area giovani».

I tre non partono impreparati: giunti a Chernobyl indosseranno calzari, copriscarpe, guanti e tute protettivi nonché mascherine per la respirazione. Una ditta li ha forniti anche di microchip per la rilevazione delle radiazioni che saranno poi analizzati al loro rientro, tra 13 giorni. —



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