In seicento al raduno della Zappalà

AVIANO. «Missione compiuta!» dice esultante il colonnello Maurizio Enrico Parri che assieme al comitato organizzatore ha portato più di 600 persone ad Aviano sabato e domenica per il secondo grande raduno degli ex-carristi, bersaglieri e trasmettitori della caserma Zappalà, che li ha visti passare durante la naja nelle diverse generazioni dal 1950 al 1995.
Una grande festa, sentita e riuscita, allietata dalla bellissima giornata dove il collante è stata la Fanfara della Zappalà, che non ha risparmiato fiato per dare corpo a canzoni e inni cantati con trasporto da tutti. Musiche che si sono sentite anche durante la grande cena di sabato e il pranzo della domenica, organizzati magistralmente dalla Pro Loco di Aviano.
Non sono mancati i momenti seri con il convegno “La guerra fredda e la Zappalà di Aviano” dove si è parlato di come i militari del 132° reggimento carri fossero arrivati nel luogo come avanguardia dell’allora Divisione Ariete, dei loro compiti operativi e addestrativi, e di come abbiano fatto parte di un sistema che ha contribuito a bilanciare le superpotenze Usa e Unione Sovietica all’epoca della Guerra fredda.

Fra le autorità, il vicecomandante del 31° Fighter Wing americano, Bryan T.Wolford, ringraziando gli italiani ha rivelato che gli Stati Uniti sono contenti di lavorare all’interno dell'aeroporto di Aviano, una sede prestigiosa. Walford ha parlato in italiano (con l’inconfondibile accento) strappando applausi di cuore.
Tanta simpatia ha riscosso anche il discorso del vicesindaco di Aviano Sandrino della Puppa, che ha spiegato delle difficoltà che avevano i ragazzi quando c’erano i carristi alla Zappalà, che portavano via loro le fidanzate.
Insomma, una guerra sì, ma del tutto romantica. Senza contare poi il successo della lotteria, organizzata con i prodotti tipici che gli ex-carristi hanno portato da tutta Italia, che ha permesso di raccogliere quasi duemila euro da donare alla Onlus di Pordenone la Via di Natale.
«Abbiamo scoperto una targa ricordo di questa seconda adunata sul muro della nostra Zappalà – ha concluso il colonnello Parri –. Ma ci siamo lasciato con la promessa, suggellata da un plebiscito per alzata di mano, di ritrovarci ancora un’altra volta i prossimi anni, sempre più numerosi, ma sempre con questo grande spirito che ci ha lasciato la naja, ancora intatto dopo tutti questi anni».
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