In pensione l’assicuratore Bassani

Oltre 40 anni passati ad assicurare i friulani, a volte inventando soluzioni e contratti innovativi. A volte, invece, sfruttando fatti e avvenimenti contingenti. Tanto da diventare comunque, nel giro di pochi anni, “l’Assicuratore di Udine”. Sì, proprio quello con la A maiuscola. E non solo perché come agente Ina Assitalia (una volta ente pubblico, ora invece in capo alle Generali) era di fatto inserito nella lista delle “autorità” cittadine. Franco Bassani quella A maiuscola se l’è conquistata sul campo riuscendo a far breccia tra i friulani e fra i carnici, tanto da non voler lasciare il Friuli neanche ora che è in pensione. Malgrado l’aria da eterno ragazzo, Franco Bassani ha ormai raggiunto i 64 anni e ha deciso (dopo una valanga di incarichi nazionali all’interno della compagnia) che ora la sua vita sarà altro.
«L’Ina quest’anno compie 90 anni - ricorda Franco Bassani -. Ha una storia quindi di quasi un secolo. E la mia famiglia ha collaborato a scrivere la parte relativa ad almeno 75 di questi quasi cento anni». Il nonno Edgardo era già impiegato all’Ina e poi suo padre Renzo (prima in altre regioni, poi in Friuli) fu a lungo agente fino alla quiescenza raggiunta nel 1990. E proprio il padre Renzo ritorna spesso nei racconti di questi oltre 40 anni trascorsi, come sottolinea Franco Bassani, «al fianco delle famiglie friulane».
Cresciuto tra il Piemonte e Trieste, Franco ha avuto in Lombardia le prime esperienze di lavoro. I primi passi li ha mossi tra le agenzie Ina Assitalia di Milano e poi quella di Monza. Quindi l’arrivo a Udine negli uffici aperti dal padre e nel 1980 la nomina ad agente. Nel frattempo l’espansione di quello che né l’Ina Assitalia prima e neanche le Generali poi hanno osato modificare: un ufficio articolato sulla sede di Udine e quella di Tolmezzo e altre sedi tra cui Nimis, Feletto, Tarvisio e Cividale, con una copertura completa su ben 31 comuni, con 20mila clienti e 60 addetti.
Una situazione consolidata, malgrado la crisi e malgrado l’assalto delle assicurazioni on-line. «Sinceramente - precisa Bassani - non abbiamo risentito dei nuovi prodotti e delle nuove compagnie lanciate dal mercato on-line. Anche perchè il nostro mercato ha sempre riguardato soprattutto il ramo casa, il ramo infortunistico e il ramo vita». Tutti settori con grandi margini di crescita, se è vero che in Italia solo il 20 per cento ha un contratto sulla vita e solo il 30 ne ha uno infortunistico.
Bassani negli anni è stato anche un assicuratore, con la voglia di trovare sempre nuove formule, di “inventare” contratti mai provati, di sondare categorie per molti distanti dalle campagnie di assicurazione. Nel 1976 con una stretta di mano a Zamberletti, e tanto lavoro prima e dopo, riuscì a strappare i contratti di copertura delle migliaia di prefabbricati realizzati per dare un tetto ai friulani colpiti dal grande sisma del 6 maggio.
Poi riuscì ad assicurarsi la clientela legata al mondo delle forze armate, grazie a una speciale convenzione. Mentre anni dopo, grazie a un accordo (di cui è tuttora molto geloso) con una società di servizi, con un cliente solo riuscì ad assicurare alla sua agenzia migliaia di contratti su una particolare tipologia di danni di tipo domestico.
Ma in città la sigla Ina Assitalia e il nome di Bassani sono stati legati per anni anche ad alcuni avvenimenti, come la feste degli alberi (antesignana di tante campagne ecologiste degli ultimi anni) o la mostra sugli Ori dei Longobardi.
E tutti gli udinesi che sono stati ragazzi nel anni ’80 (ma anche i loro genitori) hanno un ricordo ben preciso della sede delle assicurazioni di piazza XX settembre. Nel 1985 ospitò il tour nazionale della Coppa del mondo di calcio, conquistata nel 1982 in Spagna da Zoff e compagni: bella e splendente nel suo oro così esagerato, la coppa fu ammirata da un fiume di persone. In quei giorni di esposizione la coda di appassionati di calcio si snodava per mezza piazza. E per l’agenzia di Udine fu un bel colpo di immagine.
Ora Franco Bassani ha deciso che per qualche tempo si dedicherà alla sua famiglia. Eppure voglia di lavorare ne ha ancora tanta. Con un “ma”. Il suo futuro comunque non sarà nel mondo delle assicurazioni. «La realtà è che facendo questo lavoro se ne imparano mille altri. Ecco: io vorrei mettere a frutto in modo diverso quanto ho scoperto anche grazie ai friulani».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto