In lutto il mondo della scuola e gli scout

Lascia la moglie, anche lei insegnante, e tre figli. Il cognato Ivonne De Conto: «Un modello di coerenza»
Di Chiara Benotti

SACILE. Scout in lutto a Sacile: ieri è morto il professore Bruno Costacurta. Un incidente dopo una gita a funghi in montagna, lontano da casa con gli amici di sempre e la strada se l’è portato via.

«Classe 1946 Bruno era scout nel dna – ha detto addolorato Roberto Cappuzzo ex sindaco a Sacile e suo vicino di casa in largo San Liberale –. Un impegno e passione lunghi una vita: è stato il mio capo scout e poi un grande amico per 40 anni. Bruno aveva il talento pratico di risolvere i problemi e di affrontare le difficoltà con spirito di essere sempre sulla strada. Non si tirava mai indietro e lascia un grande dolore alla famiglia, a 200 ragazzi della comunità Agesci, agli ex studenti della Balliana e amici compagni di strada». La famiglia, la scuola, lo scoutismo: tre assi su cui fare ruotare una vita cristiana, come quella del sacilese che nel tempo libero pescava e adorava i blitz a caccia di funghi in montagna.

La famiglia. «Un cognato eccezionale: Bruno era un uomo buono, sempre pronto a dare una mano agli altri”. Ivonne De Conto, noto commercialista sacilese, non ha altre parole per raccontare quella “normalità” straordinaria della famiglia Costacurta. «Tre figli e mia sorella Emilia, moglie di Bruno, sempre molto uniti – racconta il professionista –. Ci siamo visti e salutati qualche giorno fa: nel tempo libero andava a funghi per hobby. Dinamico e intelligente è stato un modello etico e di coerenza». In via Gramsci aveva passato l’infanzia. «Siamo cresciuti a pochi numeri civici di distanza – ricorda l’amica d’infanzia Claudia Andreazza –. Il padre era il famoso maestro Giobatta e la madre, Nada, profuga istriana, era una maestra. Una famiglia dedicata all’insegnamento: Bruno si era laureato in matematica a Padova, mentre il fratello Emerico conseguiva la laurea in fisica. Ha sposato Emilia De Conto nel 1972 e si è dedicato all’insegnamento nelle medie fino alla pensione».

La fede. Ricorda ancora Andreazza: «C’era un sacerdote, don Ruggero, che è stato il faro spirituale negli anni ’50 e ’60 per la migliore gioventù sacilese. Un autentico “pastore” di giovani: un prete vero, come pochi e ci ha coinvolto nel riflettere sul senso alla vita». Lo stile di Baden-Powell, cioè lo scoutismo è stata una fede per il professore Costacurta. «Rinnovando e proseguendo la tradizione di quella che è considerata l’agenzia educativa migliore e più seguita del mondo, ovvero quella degli scout, ci siamo impegnati in tanti a Sacile – ancora Andreazza –. Bruno non ha mai abbandonato questo impegno». Aveva rinnovato le promesse: una volta giurato si è scout per sempre. «Come insegna Antoine de Saint-Exupéry – dice Andreazza, citando il Piccolo principe –: l’essenziale è invisibile agli occhi: si vede bene con il cuore».

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