In Italia c’è un morto di Covid ogni due minuti: 731 le vittime nelle ultime ventiquattr'ore

Corsa per creare ospedali da campo. Da Nord a Sud i Nas nelle Rsa: molte senza piani anti-contagio, decine di denunce

ROMA. Un bollettino tragico, che gela sul nascere le speranze di un rapido miglioramento. È vero: la diffusione del Covid-19 pare rallentare. Gianni Rezza, direttore generale del ministero della Salute, spiega che «c’è una sorta di stabilizzazione nel numero di test positivi, forse una leggera diminuzione». Ma c’è poco di consolatorio quando si registrano 32. 191 nuovi positivi e 731 morti (uno ogni due minuti), altri 120 ricoverati in terapia intensiva (sono 3. 612 in totale) e 538 pazienti Covid in più nei reparti ordinari. A fronte di 208. 458 tamponi.

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Record di decessi
Settecentotrentuno decessi in un giorno: è un drammatico record per la seconda ondata. Se si guarda all’indietro, un numero simile di morti si registrò soltanto il 3 aprile, quando si era sotto l’urto della prima ondata e ancora non si vedevano gli effetti del lockdown nazionale.

C’è ben poco da minimizzare. Il commissario straordinario Domenico Arcuri due giorni fa aveva garantito che si è ben lontani dall’emergenza. Ma la Società di anestesisti e rianimatori l’ha rimbeccato: «Viene affermato – sostiene Antonio Giarratano, presidente Siaarti – che la pressione sulle terapie intensive sia sostenibile, ma in realtà nelle regioni rosse la pressione è quasi insostenibile. In quelle arancioni è molto, ma molto pesante». Arcuri aveva parlato di 10. 000 nuovi ventilatori. Ma non è facile allestire nuovi reparti intensivi. «Significa pensare che basti saper accendere un ventilatore per salvare una vita. Purtroppo non è cosi», dice ancora Giarritano.

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La situazione nelle Rsa
E si torna a morire anche nelle Rsa, le residenze sanitarie-assistenziali per anziani. I carabinieri dei Nas, su mandato del ministro della Salute, in questi giorni hanno ispezionato 232 residenze. E il risultato è agghiacciante: i piani per le misure anti-contagio non vengono eseguiti o nemmeno attivati, i dispositivi di protezione individuali sono inadeguati, c’è sovraffollamento delle strutture. In 37 strutture hanno riscontrato irregolarità, contestando in tutto 59 violazioni (9 penali e 43 amministrative), 11 le persone denunciate, e in alcuni casi arrestate; altre 42 segnalate. Quattro Rsa sono state addirittura chiuse.

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Tende negli ospedali
C’è poi la corsa alle tende. A Napoli, all’ospedale Cardarelli. A Crotone. E anche a Palermo. Monza è sul punto di chiedere aiuto alla Difesa. E intanto nella provincia autonoma di Bolzano si prende esempio da quanto accade in Austria. Faranno il test a tutti. Spiega il presidente Arno Kompatscher: «Lo screening di massa è un progetto speciale in Italia e per questo motivo abbiamo ricevuto dallo Stato 200.000 test rapidi, oltre a quelli che avevamo già acquistato».

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