In bici sino a Capo Nord, 4.400 km di emozioni: la sfida di Fabio Mazzer per i suoi primi 50 anni

Il pordenonese ha concluso la North Cape 4000 con Eros Martelli. L’iscrizione regalata per il compleanno. Il racconto dell’impresa 

Di certo, quando Fabio trascorreva Ferragosto con gli amici del quartiere tra Lignano e Bibione mai avrebbe immaginato che quegli stessi amici lo avrebbero aiutato a partecipare a una delle esperienze sportive e umane più incredibili della sua vita.

Giovedì Fabio Mazzer è rientrato nella sua Borgomeduna dopo aver concluso la “NorthCape 4000”, gara ciclistica non competitiva e senza supporto cominciata il 27 luglio alla reggia di Venaria (Torino) e conclusasi a Capo Nord mercoledì 14 agosto, dopo una corsa di circa 4.400 chilometri, con tappe a Strasburgo, Bastogne, Oslo e Lofoten.

Fabio, gestore da qualche anno assieme a Riccardo Nadalin del negozio di biciclette Tecnobike di Cordenons, appassionato di due ruote da anni, era rimasto senza parole quando i suoi amici a febbraio, in occasione dei suoi “primi” 50 anni, gli avevano regalato l’iscrizione alla “NorthCape4000”. In realtà era un’idea che gli ronzava nella testa da un po’: una scorpacciata di bicicletta attraverso dieci Paesi per un viaggio attraverso luoghi e in mezzo a persone sempre diversi, accompagnato da un senso indescrivibile di “felice solitudine”, divenuto senso di gruppo grazie alle amicizie saldatesi durante il percorso.

Con vicino un altro pordenonese, Eros Martelli, e altri due friulani, Fabio ha subito affrontato il Passo del Gran San Bernardo (2.473 metri), quindi i laghi della Svizzera sulla dorsale del Reno, la magia dei canali francesi, la storia nel percorso della Liegi - Bastogne - Liegi, sino ad arrivare alle isole Lofoten in Norvegia, prima del traguardo di Capo Nord, sotto un cielo capriccioso e con una visuale ridotta per effetto della fitta nebbia.

Durante il tragitto gli amici lo anno seguito passo dopo passo, attraverso il collegamento col sito web della manifestazione che riportava in tempo reale l’andamento della corsa, incoraggiandolo con vari messaggi e programmando i festaggiamenti per il ritorno, a traguardo raggiunto.

«È stata un’esperienza incredibile – racconta Fabio con ancora negli occhi le immagini del viaggio e nella voce un filo di emozione – . Faccio fatica a trovare le parole per descrivere quanto visto e provato. Ho visto un pezzo d’Europa come la dovrebbero vedere tutti, scoprendone le particolarità e le bellezze più sorprendenti, aspetti che in un “banale” viaggio in auto non si apprezzerebbero mai. Con Eros avevamo deciso di prenderci i nostri tempi e goderci anche l’unicità di questa esperienza».Non è stata una passeggiata, osserva: «Siamo rimasti in bicicletta per circa sedici ore al giorno, con una media di 260 chilometri giornalieri e con un orecchio teso a carpire “la voce” della bici, affinchè tutto filasse liscio».

«Ci sono stati dei tratti davvero affascinanti, come tutta la parte francese, nella quale abbiamo costeggiato i canali – evidenzia – . Sino alla Danimarca abbiamo sempre incontrato cittadine e paesi con una certa frequenza, dopo Oslo solo i boschi col profumo degli alberi, la costa con i fiordi e lo spettacolo delle isole Lofoten». Ogni anno il percorso della corsa cambia, «ma, a quanto pare, quello di quest’anno era uno dei più impegnativi, sorattutto per il dislivello».

Un’esperienza, quella di Fabio Mazzer, «indimenticabile», che conserverà gelosamente: «So di aver visto luoghi unici nei quali difficilmente sarà possibile tornare – conclude – . Anche se, però, nella vita non si sa mai... ».


 

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