In Asia una fabbrica e grattacieli “made in Friuli”

UDINE. Dalla Libia – dove ormai l’avanzata dei miliziani jihadisti rende impossibile lavorare – al Kazakistan, l’ultima frontiera dello sviluppo economico mondiale dove sta decollando un investimento “made in Friuli” che consentirà di mettere in piedi uno stabilimento da 15 milioni di euro per la realizzazione di elementi prefabbricati per l’edilizia: e per far fruttare l’investimento, all’orizzonte c’è già un maxi contratto da 500 milioni di dollari (circa 460 milioni di euro) per la realizzazione di ben 150 grattacieli.
Dal Nord Africa travolto dal terrorismo jihadista al cuore dell’Asia. Ecco la nuova rotta intrapresa dall’ingegnere udinese Gianni De Cecco, titolare della Friulana Bitumi International srl (con sede a Udine in via Cjavecis e che ha una succursale in Libia dal 2008). Impegnata in terra kazaka è la Ligeco international srl, anche quest’ultima con sede nel capoluogo friulano e guidata da De Cecco, che nasce dal consorzio udinese Ligeco (settore progettazione e costruzione) che coinvolge varie realtà del Nord est e di cui fa parte anche Friulana Bitumi international. In questa nuova avventura, De Cecco è supportato dalla società di consulenza udinese di Roberto Corciulo.
L’iniziativa imprenditoriale è entrata nella fase decisiva. Domani è in arrivo a Udine una delegazione della holding kazaka Eurasia Red e nel frattempo è stato siglato l’accordo di joint venture tra la stessa Eurasia red e Ligeco International. «Il progetto, con un investimento iniziale di 15 milioni di euro, prevede anzitutto la realizzazione di uno stabilimento per elementi prefabbricati leggeri e pesanti, in acciaio e calcestruzzo, da utilizzare poi per la costruzione di fabbricati residenziali e non» sottolinea De Cecco. Lo stabilimento di produzione e la sede dell’impresa s’insedieranno nell’area industriale di Almaty, la vecchia capitale del Kazakistan con più di 2 milioni di abitanti ed occuperanno un lotto di 4 ettari.

«L’amministrazione municipale di Almaty – continua l’ingegnere friulano –, ha messo a disposizione un’area industriale di 26 ettari dove in futuro si potranno insediare altre aziende, italiane, operanti preferibilmente nel settore della produzione di materiali per le costruzioni. Per favorire lo sviluppo di questo parco industriale abbiamo lanciato un progetto chiamato “Marco Polo”. La nuova area sarà destinata a rappresentare l’eccellenza italiana e, nel nostro caso, friulana. Un’area che sarà rivolta ai bisogni delle imprese del nostro Paese, fornendo servizi mirati. Si tratta di una posizione strategica. La zona viene lambita dalla nuova “Via della seta” che collega il mar Cinese con Mosca, San Pietroburgo e Amburgo. Ma il primo investimento, quello che è destinato ad avviare lo sviluppo, consiste proprio nel nostro stabilimento, la cui realizzazione potrà essere completata nel giro di pochi mesi. Noi portiamo il nostro know how e la nostra tecnologia».
Nel frattempo è già pronta a decollare la fase successiva, quella della costruzione di edifici con l’utilizzo degli elementi prefabbricati prodotti dallo stabilimento. Ligeco International ed Eurasia potranno gestire una maxi operazione edilizia che prevede la costruzione di oltre 150 grattacieli da 12 piani (in questa pagina pubblichiamo il rendering che mostra come saranno). «Abbiamo già presentato il progetto di queste torri ai kazaki e loro si sono dimostrati molto soddisfatti – spiega De Cecco –. Se andasse in porto, la stima del contratto si aggira, in dollari, sui 500 milioni. Il nuovo modello di condominio avrà una superficie in pianta di circa 495 metri quadri e si svilupperà per 12 piani fuori terra. Ne dovremo costruire più di 150. Quindi dovremmo produrre gli elementi costruttivi prefabbricati in stabilimento e poi utilizzarli per realizzare gli edifici residenziali».
Oltre a rappresentare una della realtà emergenti dell’economia mondiale, il Kazakistan offre vantaggi concreti in termini di investimenti, compresi sgravi a livello di tasse ed imposte: «Inoltre – aggiunge De Cecco –, fa parte dell’unione doganale russa e dunque offre la possibilità di puntare anche al grande mercato della Russia».
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