In 2 mila a Bologna per il derby-salvezza, scontri fra tifosi. E poi un grande Mitchell

Lo spareggio-salvezza del 1987 tra Segafredo Gorizia e Stefanel Trieste sul campo neutro di Bologna non è rimasto nella memoria soltanto per ragioni prettamente sportive (vinse Gorizia 83 a 76). Il confronto al cardiopalma sul parquet ebbe infatti anche l’effetto di incendiare, prima e dopo il match, gli animi dei tifosi tanto che si registrarono tafferugli e scontri.
I tifosi goriziani partiti per Bologna erano quasi 2 mila ai quali si aggiungevano altrettanti supporter giuliani. In tutto oltre cinquanta pullman. Gli scontri cominciarono già più di cento chilometri prima dell’arrivo a Bologna: in un autogrill nei pressi di Mestre dove si erano fermati alcuni dei pullman di entrambe le tifoserie si innescarono le prime risse e dovette intervenire la polizia. Anche nel capoluogo felsineo i tafferugli non si interruppero nonostante l’intervento delle forze dell’ordine che avevano provveduto a creare una separazione tra le due tifoserie in modo da evitare ulteriori “contatti” a rischio.
L’esterno e l’interno del palasport bolognese erano presidiati dagli agenti della Celere in tenuta antisommossa. Prima della partita ci furono anche appelli ai microfoni da parte dei due capitani per cercare di riportare la calma. A 22 secondi dalla fine, con un vantaggio ormai incolmabile tra Segafredo e Stefanel, cominciò un lancio di oggetti in campo dagli spalti. Il bilancio finale fu di due feriti, peraltro non gravi.
Tornando alla cronaca sportiva, oltre a Roberto Bullara, i protagonisti furono soprattutto il playmaker americano Steve Mitchell (26 punti), Marusic (13) e Brown (12). La Segafredo guidata da coach Bosini si prese la soddisfazione di relegare nel purgatorio della serie B la Stefanel allenata da un “santone” come Boscia Tanjievic.
Tre stagioni dopo i triestini si sarebbero presi la rivincita battendo la San Benedetto sia in via delle Grappate che a Chiarbola, contribuendo a condannare i rivali isontini alla retrocessione (campionato 89-90): una stagione che per i tifosi isontini avrebbe riservato un’amarezza in più, ovvero la promozione dei rivali giuliani in A1.
L’addio a Bullara, ceduto nell’estate dell’ ’89 a Reggio, rappresentò una perdita decisiva nell’economia di quell’annata fallimentare, così come l'impossibilità di rifirmare subito Chuck Aleksinas il quale in estate aveva chiesto un ingaggio ben al di sopra del budget, salvo poi accettare le offerte della società goriziana a stagione ormai inoltrata. (p.t.)
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