In 1359 oltre la soglia dei 100 mila euro

Ma la media supera di poco i 27 mila e l’82% del dato complessivo è dovuto a entrate di lavoratori dipendenti e pensionati
20061009 - ROMA - POL - FINANZIARIA:DECRETO,DA LOTTA EVASIONE ACCERTAMENTI PER 4 MLD. I moduli per la dichiarazione dei redditi del 2007. La lotta all'evasione fiscale portera' una maggiore imposta accertata di oltre 4 miliardi di euro. E' quanto si legge nella Relazione Tecnica del decreto fiscale che accompagna la Finanziaria. FRANCO SILVI - ANSA - I51
20061009 - ROMA - POL - FINANZIARIA:DECRETO,DA LOTTA EVASIONE ACCERTAMENTI PER 4 MLD. I moduli per la dichiarazione dei redditi del 2007. La lotta all'evasione fiscale portera' una maggiore imposta accertata di oltre 4 miliardi di euro. E' quanto si legge nella Relazione Tecnica del decreto fiscale che accompagna la Finanziaria. FRANCO SILVI - ANSA - I51

Sono 1359 i cosiddetti “Paperoni” residenti a Udine che hanno denunciato al Fisco un reddito annuo lordo superiore a 100 mila euro. Stando ai dati più recenti resi noti dal Ministero delle finanze, riguardanti le dichiarazioni presentate nel 2011, l'imponibile complessivo a loro carico ammonta a poco più di 223 milioni di euro, equivalente a una media di 164 mila 500 a testa. Nell'anno cui si fa riferimento, i contribuenti Irpef complessivamente presenti nel Comune, cioè il totale delle persone fisiche produttrici di reddito dichiarato e soggette a imposizione, hanno superato di poco le 60 mila unità (esattamente sono 60.227, rispetto a una popolazione che sfiora i 100 mila abitanti) e hanno determinato una base imponibile che globalmente è ammontata a 1,64 miliardi di euro, pari a un reddito medio di 27,2 mila euro pro capite.

Stando ai dati ufficiali, Udine non è dunque una città di ricchi (al massimo si potrebbe parlare di “Paperoncini”), anche se dietro il dato statistico medio si nascondono situazioni abbastanza differenziate. Ci sono a esempio 828 residenti che occupano lo scaglione più basso e non vanno oltre i mille euro di reddito imponibile annuo (mediamente sono largamente al di sotto dei 500 euro). Si contano poi 563 cittadini che si collocano tra mille e 2 mila euro (media 1236), 367 che non vanno oltre i 3 mila (media 2287) e 340 che si fermano sotto la soglia dei 4 mila (media 3239). Dal che si deduce che in città vivono oltre 6 mila persone (6264) con un reddito annuo inferiore a 10 mila euro (media 5679) e che pertanto devono essere considerati in toto dentro la soglia di povertà.

Ma non possono essere considerati nababbi neppure i 9 mila udinesi che guadagnano da 10 a 15 mila euro l'anno, così come gli 11 mila 446 che rientrano nello scaglione tra 15 e 20 mila euro. In una fascia appena accettabile si collocano i poco più di 20 mila contribuenti (20.529) le cui entrate annue oscillano tra 20 e 33 mila 500 euro. Discreto può essere considerato lo status economico dei circa 7 mila cittadini della fascia superiore, che denunciano un reddito annuo compreso tra 33 mila 500 e 50 mila euro, mentre si può parlare di soddisfacente grado di benessere per i 1530 con reddito tra 50 e 60 mila euro l'anno. Possono essere inclusi infine nella schiera dei benestanti i 3 mila con guadagni compresi tra 60 e 100 mila euro, e ancor più il drappello dei 1359 fortunati che si trovano al vertice della piramide e dichiarano al Fisco oltre 100 mila euro l'anno.

Dalle statistiche risulta che l'82% del reddito complessivo Irpef è assicurato da entrate di lavoratori dipendenti (53%) e pensionati (29%). Il restante 18% deriva da redditi di lavoro autonomo (4%), d'impresa (4%), da partecipazioni (4,5%) e altri (5,5%). C'è da rilevare poi che i redditi da capitale pagano la ritenuta alla fonte e, ai fini fiscali, non fanno cumulo con le restanti entrate, e che diversi proprietari di appartamenti concessi in affitto hanno optato per il pagamento della cedolare secca, con tassazione separata, con ciò vanificando in parte il principio della progressività delle imposte.

Il Comune di Udine, come tutti in Italia, è interessato a verificare l'entità dei redditi dichiarati dai suoi cittadini, sui quali applica l'addizionale Irpef dello 0,2 per cento che finisce nelle sue casse. Sul totale di 1,64 miliardi dichiarati nel 2011, palazzo D'Aronco ha incamerato pertanto 3,2 milioni, e altrettanti ha messo a bilancio nel preventivo per il 2013, corrispondenti a circa il 7/8 per cento del totale di 42,7 di imposte proprie. La fetta più grossa di tali imposte è ovviamente costituita dall'Imu, contabilizzata tra le entrate per 35 milioni di euro.

E' una voce imprescindibile per la quadratura dei conti, per cui, al di là dei problemi di liquidità (non di poco conto) generati dal mancato incasso dell'acconto di giugno sulla prima casa, rinviato (o sospeso) fino al 16 settembre, c'è da chiedersi cosa succederebbe se, come da talune parti auspicato, venisse abolita l'intera imposta municipale. Nel caso di Udine si determinerebbe un buco di 35 milioni sul totale delle entrate tributarie proprie, che si attestano a 55,5 milioni (compresi 12,5 milioni di tassa sui rifiuti). Come farvi fronte? Facendo intervenire lo Stato che ha le casse vuote? Oppure la Regione che in materia non ha alcuna competenza? Un'ipotesi del genere non sarebbe neppure da prendere in considerazione. A meno che non ci sia qualcuno capace di estrarre il miracoloso coniglio dal cilindro.

Abbondio Bevilacqua

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