“Impero Lisotti”, chiusi quattro bar in città
Controlli sanitari e taglio dell’energia elettrica. Clienti disorientati, il titolare: «Riapriremo»
Se sull’impero di Carlo V non tramonta mai il sole, su quello della famiglia Lisotti, proprietaria di bar e locali in mezza Pordenone, da giovedì scorso, s’è addensata più di qualche nuvola.
All’improvviso gli affezionati clienti di quattro dei locali più frequentati della città, il Caffè Municipio, già regno del mai così rimpianto Bruno Redivo, a due passi dal Comune, il bar Primavera, tradizionale ritrovo dei nottambuli lungo la Pontebbana, il “New Pick”, “anima” del Bronx, e l’Amman, a pochi metri dal tribunale, si sono trovati di fronte le serrande abbassate e spiegazioni diverse.
Nello specifico, al Caffè Municipio si parlava di chiusura per lavori di manutenzione dal 4 al 7 novembre, al bar Primavera di un periodo di ferie, nelle stesse date. Nessun messaggio invece, almeno sino a ieri pomeriggio, all’Amman e al New Pick. Ma perchè, in realtà, queste improvvise e simultanee chiusure? Perchè questa decisione della famiglia Lisotti (il padre Elio, la moglie Anna Maria Buseto, i figli Alessandro e Francesca, tutti titolari di esercizi pubblici) con spiegazioni diverse e contraddittorie in vista sulle serrande?
Nel centro cittadino le voci, ieri, si sprecavano. dalla fornitura di energia elettrica tagliata al maxi-scoperto con le banche, dai blitz delle forze dell’ordine ai debiti con dipendenti e fornitori. In serata, per fare chiarezza, ha rotto silenzio il capofamiglia, Elio Lisotti. Contattato dal nostro giornale, ha risposto: «Diciamo che, dopo 27 anni di lavoro, ci siamo presi alcuni giorni di ferie». Così all’improvviso, con tutti i locali insieme, e con spiegazioni diverse? «Non è vero che sono tutti i locali insieme.
Sono rimasti aperti il bar San Valentino e il bar Embassy, come pure l’edicola e tabaccheria vicina al San Valentino. Le ho sentite tutte, sul nostro conto, c’è stato anche chi mi ha telefonato a casa per sapere se fossi morto». Invece risponde al telefono ed è vivo e vegeto. Perchè, per davvero, avete chiuso? E riaprirete veramente domani, come recitano i cartelli? «No, credo che riapriremo a metà della prossima settimana. In questi giorni faremo lavori di pulizia e manutenzione dei locali che abbiamo scelto di chiudere». Lo avete fatto a seguito di controlli delle forze dell’ordine?
«No, dell’Azienda sanitaria, conclusi con normali inviti a metterci in regola. Nulla, invece, che riguardi scontrini, come ho sentito. Su 7 bar e 50 verifiche abbiamo avuto solo 2 sanzioni. Non come altri che, qui in città, pizzicati 4 volte in 5 giorni, hanno dovuto chiudere». Ma sono veri il taglio della luce e i debiti coi fornitori? «Siamo passati dall’Enel a una società di Roma, che in effetti ha interrotto all’improvviso il servizio.
Sulla questione debiti non intendo rispondere. Dico solo che, come accaduto a molti altri, le banche hanno chiuso i rubinetti del credito. Sono stato costretto a non rinnovare i contratti a una decina di dipendenti e penso che in futuro “dimagriremo” di altri due». I bar storici di cui la vostra famiglia è in possesso sono in vendita? «Se si presenta un milionario...»
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