Il titolare del Queen: non farò più entrare minori

«Non vengono qui per divertirsi, ma per farsi del male e portano alcolici da fuori»
Tavagnacco 15 novembre 2014 QUEEN Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Tavagnacco 15 novembre 2014 QUEEN Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco

Lunedì la questura ha sospeso (per 10 giorni) per la seconda volta in cinque la licenza alla discoteca Queen theater di Tavagnacco perchè in più occasioni ragazzi minorenni sono stati colti da malore dopo aver consumato alcolici.

E ieri il titolare del locale Pietro Giangregorio, annuncia che d’ora in poi «i minorenni non potranno più entrare, se non la domenica pomeriggio oppure la sera in una fascia oraria anticipata, compresa tra le 20 e le 24».

Il gestore del locale non critica i provvedimenti adottati dalla questura, ma ci tiene a evidenziare la sostanziale impossibilità di tenere sotto controllo le circa cinquecento persone che nelle ore di punta affollano il locale. «Abbiamo previsto i braccialetti per poter riconoscere chi può bere e chi no. E poi, come previsto dalla legge, chiediamo sempre i documenti. Il problema si pone quando, nell’ambito di un medesimo gruppo, ci sono maggiorenni e minorenni e i primi molto spesso cedono bevande alcoliche ai secondi. Come facciamo a vedere tutto, considerando che anche le luce è scarsa?».

Non solo. Pietro Giangregoria punta anche il dito contro i comportamenti dei giovanissimi. «Purtroppo - sottolinea - mi accorgo che molti non vengono qui per divertirsi, ma per farsi del male. Portano birra e superalcolici comprati chissà dove e spesso li consumano prima di entrare o escono nel parcheggio appositamente per bere. Altre volte è capitato che si sono sentiti male subito dopo essere entrati, segno che evidentemente avevano già esagerato altrove. E allora, come facciamo a stare tranquilli. Addirittura sabato scorso abbiamo avuto due ragazzini che hanno usato documenti di fratelli o sorelle più grandi, cambiando la fotografia. E per fortuna che ce ne siamo accorti». Ora i titolari (Giangregorio gestisce la discoteca insieme al figlio) non vogliono più rischiare, per nessun motivo. «Non intendo perdere la faccia per un locale - precisa -, piuttosto lo chiudo. Io ho un’impresa edile e mio figlio, che ha solo 26 anni, non deve passare guai per questo motivo, anche se si tratta di provvedimenti amministrativi».

Più volte lo stesso gestore, insieme alla polizia, ha perlustrato il parcheggio vicino al locale trovando lattine e bottiglie di marche non presenti nel locale. «Su indicazione della polizia - riferisce ancora l’imprenditore -ho installato un sofisticato sistema di videosorveglianza sia all’interno, sia all’estero, cosa posso fare di più?»

«Quando un ragazzino si è sentito male ed è andato in ospedale - conclude Giangregorio - la madre ha riferito alle forze dell’ordine che aveva solo trenta euro in tasca. E con quella somma è impossibile andare in coma etilico, visto che una consumazione costa otto euro e si paga anche l’ingresso».

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