Il tempietto longobardo libero dai ponteggi dopo mesi di lavori di restauro

Mercoledì sarà rimosso l’ultimo livello della massiccia impalcatura utilizzata. I visitatori potranno di nuovo ammirare le sei regine diventate simbolo Unesco

Lucia Aviani

CIVIDALE. Da parecchi mesi oscurate dai ponteggi allestiti per una delicata operazione di restauro, le sei regine del tempietto longobardo – simbolo per eccellenza, insieme all’arco vitineo, del gioiello Unesco – stanno per mostrarsi di nuovo, nel loro ritrovato splendore, alla vista dei visitatori.

Mercoledì sarà infatti rimosso l’ultimo livello della massiccia impalcatura, con considerevole riduzione dell’impatto della struttura sulle decorazioni della parete più nobile e celebre dell’oratorio di Santa Maria in Valle, quella degli stucchi: «Un passo importante, che restituirà la visibilità delle splendide statue – commenta l’assessore al patrimonio Flavio Pesante – dopo un lungo periodo di offuscamento.

Fra pochi giorni, dunque, chi accederà al tempietto avrà modo di ammirare al meglio, senza alcun ostacolo, le figure appena risanate, che grazie alla sapiente opera dei professionisti – supportati da laboratori scientifici – hanno ora una straordinaria nitidezza».

Per ripulirle dalla patina del tempo è servito un lavoro impegnativo e certosino, che ha permesso fra l’altro di “resuscitare” tracce delle originarie policromie, visibili però solo a distanza ravvicinata; e sorprese le ha riservate pure il fregio sottostante, composto da una fila di corolle che conservano residui delle antiche bolle in vetro che decoravano, come gemme, la parte centrale dei fiori: in tutto il tempietto ne sono rimaste integre appena due, come accertato dall’équipe dei restauratori, guidata da Stefano Tracanelli e composta da Valentina Ridolfo, Raffaella Turco e Giulia Tosolini.

Ora l’attenzione del team di esperti si concentrerà sugli affreschi dell’oratorio «con l’obiettivo – spiega Tracanelli – di terminare le attività entro l’anniversario della proclamazione Unesco del sito seriale longobardo», divenuto patrimonio dell’umanità il 25 giugno 2011.

In contemporanea nella chiesa di San Giovanni in Valle, in un cantiere aperto all’osservazione dei passanti, stanno procedendo le opere di risanamento del ciclo di affreschi (databili tra l’XI e il XIV secolo) che nel 1959 il luminare norvegese Hjalmar Torp, massimo esperto sul tempietto longobardo, fece staccare dalle pareti dello stesso per far riaffiorare le decorazioni murarie dell’VIII secolo.

A restauro concluso, questi capolavori che fino a oggi erano visibili solo in minima parte saranno posizionati al primo piano del complesso conventuale, nell’ala che ospitava le celle delle monache, dove già sono stati collocati quelli recuperati.

E sul lato opposto del monastero, nel settore che fiancheggia via Monastero Maggiore, proseguono intanto i lavori di ristrutturazione, che richiederanno ancora mesi: al termine, la città potrà contare sulla disponibilità di un’ulteriore, amplissima sezione dell’ex convento delle Orsoline.

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