Il teatro La Contrada declassato, pronto il ricorso

Dopo lo Stabile di Genova escluso dal gotha dei teatri nazionali, anche La Contrada ha deciso ha scelto di fare ricorso contro il verdetto della Commissione prosa presieduta da Lucio Argano che non solo l’ha escluso dai Teatri di rilevante interesse culturale (Tric) ma l’ha relegata a una compagnia di giro.
Neppure degna di essere un centro di produzione come il Css di Udine (anch’esso escluso dai Tric). Il Teatro Bobbio non ci sta a essere declassato a impresa teatrale per decreto ministeriale. E così ieri, dopo alcuni giorni di silenzio e comprensibile choc («Non riusciamo ancora a crederci. Non siamo una compagnia di saltimbanchi» dice il direttore organizzativo Diego Matuchina), hanno convocato una conferenza stampa che è durata un’ora e mezza, quanto uno spettacolo vero e proprio. Una pièce dell’assurdo.
«A tutti i simpatizzanti e abbonati: conferenza stampa al Bobbio alle 11.30 contro l’indegno trattamento del ministero a Roma nei nostri confronti. È una vergogna, ancora uno scippo a Trieste» recitava l’invito con annessa petizione che oltre 200 abbonati hanno già sottocritto. Una conferenza stampa senza domande in cui una scatenata Lucia Amabilino, presidente della Contrada, ha inveito contro la politica (“senza intelligenza”) circondata dai politici. «Dai Gianni, vuoi venire su...». E Gianni Torrenti, assessore regionale alla Cultura, si è accomodato sul palco alla sua destra, mentre il sindaco Roberto Cosolini assicurando che il Comune (con la Regione) sarà al fianco della Contrada nel ricorso «per una questione di principio».
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