Il suo sogno? I Nomadi. E il leader Carletti gli fa la sorpresa a scuola

Giovane disabile aveva chiesto di poter incontrare il leader della band. Il liceo pordenonese Leopardi-Majorana “combina” l’evento e l’artista si presenta in classe

PORDENONE. I miracoli a volte capitano a scuola. Quello per Emanuele Nicolino, che è un ragazzo speciale del Leopardi-Majorana, è capitato ieri: ha incontrato il suo idolo Beppe Carletti, leader dei Nomadi.

Emanuele non ce la fa a parlare, è fermo sulla sedia a rotelle, ma quando “Io vagabondo” riempie l’aula magna in via Poffabro di suoni e di emozioni, con Beppe che canta in coro, sorride.

«E’ un bel sogno – Franca e Filippo Nicolono lo dicono –. I Nomadi sono l’idolo di Emanuele. Funzionano come una terapia, nei momenti di crisi che vive: si risolleva. E’ una specie di medicina».

Lo “spirito nomade” fa miracoli: quello fatto di semplicità, coerenza, rispetto, solidarietà e musica. E non importa se i liceali della dirigente Teresa Tassan Viol la classificano musica “vintage” a 18 anni: la band di Beppe è nata a Modena nel 1963 e strappa ancora le emozioni dell’anima, all’ennesima generazione. I Nomadi sono un film della vita e, come dice Beppe, che sotto la t-shirt dei Beatles ha un cuore d’oro, sono il “terzo tempo” come nel rugby.

«Siamo come una squadra di calcio che oggi gioca il suo terzo tempo – Carletti lo spiega spesso -. Un terzo tempo come quello delle squadre di rugby o di calcio quando, finita la partita, al di là dei risultati e degli scontri in campo, si salutano con amicizia. È questo il messaggio che vogliamo dare con questo nostro terzo tempo». Quello in mezzo ai ragazzi speciali, alla gente: quello che fa commuovere, a scuola.

«Il nostro studente sta per concludere il suo percorso scolastico – conferma la docente Francesca Costa che ha improvvisato l’incontro -. Emanuele ha realizzato il suo sogno: incontrare e sorridere al suo beniamino Beppe Carletti. Beppe si definisce Nomade nell’anima, ama viaggiare, i suoi sono viaggi caratterizzati da una parola di grande significato: solidarietà».

Il viaggio è anche il tema dell’area di progetto che Emanuele sta approfondendo con la sua classe. «Solidarietà e musica – dicono nelle aule del Leopardi-Majorana -. I Nomadi fanno miracoli».

La diversità non è un problema grande, forse. «Il successo è quello che cresce dentro di noi – ha detto ai ragazzi Beppe –. Non è certo l’apparenza che si vede in tivù». Come dire, diamoci da fare con i sentimenti e le emozioni positive: diamo senso al film della nostra vita. L’associazione “Crescerai” ha l’obiettivo di curare i progetti «lanciati dal palco dei Nomadi», per esempio. «Aiuta le popolazioni del Madagascar – ricorda Costa con Tassan Viol –. L’incontro ha confermato l’impegno di un uomo che fa la solidarietà dal fronte del palco: grazie Beppe».

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