Il sogno di Beatrice la giovane pianista che incanta il mondo

Mattarella l’ha nominata Cavaliere della Repubblica A 25 anni ha ricevuto premi in concorsi internazionali 

Ha soli venticinque anni, è una dei pianisti del Teatro La Scala di Milano e recentemente è stata anche nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella. La strada del successo della giovane Beatrice Rana, originaria di Monopoli, è tutta in discesa. Assai amata dal pubblico estero, la pianista ha suonato nelle orchestre e filarmoniche di Los Angeles, San Pietroburgo, Londra.

Ha ricevuto moltissimi premi in concorsi internazionali, tra questi nel 2005 il Premio delle Arti, nel 2011 oltre al primo post una menzione speciale da parte della giuria nel Concorso internazionale di Montreal – più giovane vincitrice in assoluto e prima italiana - e nel 2015 la nomina di New generation artist dalla BBC.

Beatrice ha incantato anche il pubblico friulano nella serata di sabato 24 marzo, nell’aula Sette di Palazzo Antonini, nei concerti patrocinati dall’Accademia di studi pianistici Antonio Ricci.

Un piccolo genio musicale ma che si relazione con gli altri con gentilezza ed educazione. Un gruppo di ragazzi del Licei annessi al Convitto nazionale Paolo Diacono l'ha intervistata.

Quando ha iniziato a suonare?

«Ho sempre suonato, i miei genitori erano entrambi pianisti e quindi sono cresciuta suonando, all’età di 4 anni mi hanno iscritto a scuola di musica, e lì ho imparato con il metodo Yamaha e a soli otto anni sono entrata in conservatorio».

Ha sempre suonato solo il piano, senza prendere mai in considerazioni altri strumenti?

«Non ho mai pensato ad altro, perché ero cresciuta in un determinato ambiente e mi è sempre venuto naturale, sentivo con i tasti bianchi e neri un rapporto speciale e unico. Quando mia sorella ha iniziato a suonare e ha scelto il violoncello per un attimo sono stata gelosa. Lei era quella “speciale”, ma poi sono cresciuta e ho capito che era un sentimento immotivato, ero felice quando suonavo il piano proprio come lo era lei con l’ archetto in mano».

Se non avesse fatto la musicista, cosa avrebbe voluto fare?

«A dire il vero non lo so, non ho mai pensato seriamente a qualcosa di diverso. Ho sempre sentito che la musica sarebbe stata la mia vita, il mio mestiere. Certo, ci sono stati momenti indubbiamente difficili - in cui ho anche pensato di mollare - ma poi sono fermata a pensare al mio indissolubile legame con la musica. Allora ho capito che sì, quel momento di crisi era solo un ostacolo a un grande traguardo: sto vivendo un sogno!»

Tra tutti i compositori, ne predilige qualcuno?

«No, scegliendo uno solo tra tutti i compositori mi sembra di fare un torto a tutto il genio musicale degli altri, come se tralasciassi la loro capacità. Scegliere mi sembra molto scorretto. Ora posso farvi anche io una piccola richiesta?»

Prego...

«Sono una ragazza anche io. La prossima volta che ci vedremo dammi del tu».

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