Il sindaco: "Si riattivi la Sacile-Gemona oppure si converta in pista ciclabile"

Sacile, Ceraolo dà la sveglia alla Regione. L’attuale situazione di abbandono non è più tollerabile

SACILE. «La riattivazione della linea Sacile-Gemona è la priorità». Un binario morto da tre anni e una stazione senza treni a San Liberale: il sindaco Roberto Ceraolo striglia la Regione sull’assordante silenzio e sui tempi al rallentatore calati lungo la tratta pedemontana.

I vandalismi alla stazione e l’invasione della vegetazione sono il destino annunciato della ferrovia? Per non lasciarla morire dopo 85 anni, stasera nella stazione di Gemona sarà in mostra il reportage di viaggio di Giuliano e Claudio “Con l’eco dei treni - A piedi sulla strada ferrata”.

Il pressing. «E’ necessario che la Regione si attivi senza più indugi per ottenere da Rfi la disponibilità del sedime ferroviario – ha sollecitato il primo cittadino di Sacile –. Il gestore nazionale sembra fare orecchie da mercante alla richiesta di mantenere gli impegni contrattuali, ripristinando le corse che da tempo sono state dirottate su gomma.

La cosa peggiore è continuare a lasciare la tratta nell’attuale situazione di desolante abbandono». Ceraolo ha condiviso la sollecitazione dei colleghi sindaci alla Regione.

«Dopo la presentazione dello studio condotto dalla Fuc (Ferrovia Udine-Cividale), commissionato dalle due Comunità montane interessate e dalla Fondazione Crup, è sceso il silenzio – il sindaco di Sacile ha ricordato il passaggio congelato da maggio –. I comitati riprendono le iniziative per evitare che il caso Sacile-Gemona cada nella rassegnazione e nel dimenticatoio».

I progetti. A Maniago l’immobilismo ha bloccato anche una scelta viaria su una pista ciclabile che dovrebbe attraversare la ferrovia: investire risorse nel sovrappasso in assenza di certezze sulla riattivazione della linea è un rischio di spreco.

«A Sacile, di fronte al progetto di una nuova via dello Sport – ha ricordato Ceraolo –, abbiamo deciso per un attraversamento a raso. L’ipotesi è quella di un futuro passaggio a livello automatizzato nel caso di riattivazione della linea».

L’obiettivo comune è quello di intercettare i flussi turistici, magari riconvertendo la ferrovia in ciclabile.

«Sono un eretico a pensare alla pista ciclabile Gemona-Sacile in grado di intercettare il notevole flusso proveniente da Austria e Slovenia? – è l’ipotesi di Ceraolo –. Un percorso affrancato da veicoli a motore e suggestivo sotto il profilo paesaggistico scenderebbe lungo la Pedemontana sino a Sacile: potrebbe divenire “hub” della mobilità ecologica integrata, con i treni da e per Venezia».

La cosa peggiore? «E’ l’attuale situazione di desolante abbandono».

L’ipotesi. La riapertura del tratto Maniago-Sacile è l’ipotesi sostenibile? Lo studio di fattibilità per fare ripartire il treno sulla tratta è nel report redatto da Regione e Fuc che è stato anticipato ai sindaci della Pedemontana.

In ballo ci sono i costi di riatto per 20 chilometri di traversine e circa 70 di binari, poi i vandalismi nelle stazioni, due litorine in corsa ogni giorno e una trentina di addetti nell’organico della manutenzione.

Il comitato pendolari Fvg ha celebrato 85 anni il 28 ottobre 2015 della linea Pedemontana. Nell’altro secolo era un gioiello tra le infrastrutture della zona. Oggi è una tratta in abbandono.

La ferrovia era costata 78 milioni di lire sulla tratta di 52,7 chilometri Sacile-Pinzano, con le stazioni di Budoia-Polcenigo, Aviano, Montereale Valcellina, Maniago, Fanna-Cavasso, Meduno, Travesio e la fermata di Castelnuovo. Il tratto Gemona-Pinzano al Tagliamento era attivo dal primo novembre 1914.

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