Il sindaco: «No alla chiusura dell’asilo»

MORARO. «I dati numerici non dovrebbero essere un criterio per determinare l’esistenza o meno di una scuola. La presenza della scuola d’infanzia a Moraro rappresenta un fattore molto importante per la crescita e l’identità della nostra comunità e continueremo a difendere il futuro del nostro asilo in tutte le sedi»: con queste parole il sindaco di Moraro, Alberto Pelos, ha ribadito la centralità della scuola d’infanzia. E lo ha fatto durante la cerimonia che si è svolta presso il monumento ai Caduti nel cimitero comunale.
Protagonisti della manifestazione sono stati proprio i 28 bambini della scuola d’infanzia che l’amministrazione comunale già da qualche anno coinvolge nell’iniziativa, legata al ricordo dei Caduti in guerra e alla festa delle forze armate. Oggi la sopravvivenza dell’asilo è messa fortemente a rischio a causa del piano regionale di dimensionamento della rete scolastica nel Friuli Venezia Giulia che prevede per le scuole d’infanzia un numero minimo di almeno 30 alunni.
Numeri che oggi non sorridono all’asilo infantile di Moraro. Per difendere il mantenimento del proprio plesso scolastico il Comune di Moraro ha approvato anche una delibera dove si afferma che il Comune rientra tra quelli oggetto di tutela delle minoranze linguistiche e nello specifico per la tutela della lingua friulana. Ci sarebbe, quindi, la possibilità di una deroga al numero di 30 bambini, come stabilito dalla delibera regionale.
Per quanto riguarda la cerimonia del 4 novembre assieme ai bambini e alle maestre sono intervenuti l’assessore Umberto Colombo, il parroco don Claudio Cidin e i rappresentanti delle associazioni locali. Dopo la deposizione di una corona d’alloro ed il minuto di raccoglimento, il sindaco ha tenuto il discorso commemorativo, leggendo alcune poesie del poeta Giuseppe Ungaretti. La manifestazione è proseguita con un canto eseguito dai bambini che hanno poi deposto tante bandierine tricolori vicino al cippo, come simbolo della loro testimonianza nel ricordo di questa giornata.
Marco Silvestri
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