Il salumificio Dentesano chiede il concordato "in bianco"

UDINE. Il marchio è storico e prestigioso, nel settore agroalimentare. Ma i destini dell’economia, dopo la spaventosa crisi del 2008, sono stati duri per tutti e chi ce l’ha fatta ed è rimasto sul mercato ha dovuto affrontare poi la non meno ardua concorrenza della grande distribuzione.
Ecco perché, tra alti e bassi di bilancio, il “Salumificio Dentesano srl” di Percoto ha finito per accumulare debiti sufficienti a parlare di «tensione finanziaria» e a suggerire la strada giudiziaria come strategia d’uscita dall’impasse pregressa e garanzia di salvezza per l’attività futura.
L’auspicata soluzione è contenuta nella richiesta di concordato prenotativo depositata in questi giorni al tribunale di Udine. Spetterà al giudice incaricato di esaminare il fascicolo decidere se ammettere la domanda e concedere così una chances decisiva ai titolari, congelando le posizioni debitorie in attesa dell’attuazione del piano che sarà proposto per sanarle, e scommettendo così sulla continuità diretta dell’attività produttiva e commerciale dei suoi due stabilimenti.
«L’iniziativa – spiega in una nota l’azienda – è stata assunta dopo un’approfondita analisi delle ragioni che hanno provocato una situazione di tensione finanziaria in cui la società versa da qualche tempo e della possibilità di superamento della crisi attraverso azioni industriali e commerciali mirate». I debiti, così come rendicontati al tribunale attraverso l’elenco dei creditori, ammontano a circa 2,5 milioni di euro.
La documentazione evidenzia nel contempo anche voci attive del patrimonio pari a circa 8,5 milioni. Un’altalena giustificata da una serie di «fattori di criticità» che i fratelli Paolo e Federico Dentesano confidano di raddrizzare attraverso metodi capaci da un lato di «rafforzare le politiche commerciali» e, dall’altro, «individuare nuove aree d’azione». Proseguendo «l’attività in via diretta», cioè «senza ricorrere a forme contrattuali di affitto o di cessione» e «garantendo ai creditori la maggiore soddisfazione possibile».
E se è vero che non più tardi di un paio di settimane fa i carabinieri del Nas di Udine avevano fatto visita al salumificio, nell’ambito di un’attività investigativa che ipotizza nei confronti dei titolari il reato di frode in commercio e presunte irregolarità di natura amministrativa, anche questo non è considerato motivo di preoccupazione. «Tali accertamenti – si legge nella nota – non hanno compromesso la capacità produttiva dell’azienda».
La predisposizione della domanda di concordato è stata affidata agli avvocati Maurizio Borra, di Vicenza, e Maurizio Conti, di Udine. I dettagli tecnici saranno illustrati nella proposta e nel relativo piano, per la cui redazione l’azienda si avvarrà della consulenza del commercialista Alberto Dalla Libera, di Padova, quale advisor finanziario.
L’attestazione sarà effettuata dal commercialista di Udine, Enrico Cicconetti. Il tribunale ha assegnato il procedimento al giudice Andrea Zuliani per la valutazione preliminare sull’ammissibilità dell’istanza e l’eventuale successiva nomina del commissario che dovrà vigilare sull’operato dell’azienda. Nelle more della valutazione della domanda di concordato e della documentazione che sarà successivamente depositata, il Salumificio Dentesano proseguirà senza interruzioni la propria attività «avendo mantenuto pressoché intatti i livelli occupazionali – precisa la nota – e potendo contare sull’impegno costante della famiglia Dentesano, i cui componenti sono personalmente investiti di ruoli e di responsabilità nella conduzione dell’azienda».
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