Il ricordo dei “suoi” sindaci: «Ciao Luciano, politico e amico»

SAN VITO. «Chi ha frequentato la casa di Luciano Piccolo, avrà di sicuro notato che la sua credenza era piena di bigliettini, con scritti i problemi da risolvere che gli avevano indicato i sanvitesi. Quello era il suo fare quotidiano, perché aveva due amori: la sua famiglia e la sua San Vito». È il ricordo di Roberto Campaner, uno dei sei sindaci di San Vito per i quali Piccolo, in oltre quarant’anni di amministrazione comunale, ha collaborato in veste di vicesindaco, assessore (lavori pubblici, sport, sicurezza, protezione civile, servizi demografici) e consigliere. E anche di amico.
Nell’ordine, Piccolo ha amministrato, ininterrottamente, nelle giunte di Isaia Gasparotto (1976-1979), Francesco Bianchini Chivilò (1979-1983), Campaner (1983-1988), Luciano Del Frè (1988-2001), Gino Gregoris (2001-2011) e Antonio Di Bisceglie (2011-2016).
Ecco il ricordo di alcuni di loro dopo la morte di Piccolo, avvenuta venerdì mattina all’età di 80 anni. «Viveva le cose del Comune come proprie, come un buon padre di famiglia – continua Campaner –. È stato un collaboratore che ho apprezzato, conservo di lui il più bel ricordo. San Vito all’epoca era in evoluzione in campo scolastico e delle infrastrutture. Dimostrava attenzione costante e generale su tutte le questioni e disponibilità con tutti, in qualsiasi problema fosse coinvolto. Tra i suoi meriti, anche la presenza a livello provinciale nella commissione che assegnava gli alloggi popolari. Avrebbe visto volentieri gli sviluppi del carcere e della circonvallazione (il primo cantiere è partito, il secondo inizierà a giorni, ndr), dei quali era entusiasta, nell’ottica della crescita». Con Campaner condivise anche la ricostituzione della storica Filarmonica sanvitese: chiamarono a raccolta, sotto la guida del maestro Luciano Taurian e la presidenza di Luciano Ciut, musicisti impegnati in altre bande nel mandamento. Su Piccolo recordman di preferenze (l’apice nel 2006, quando primeggiò con 536), Campaner osserva: «Conosceva ogni angolo di San Vito, il consenso elettorale era la raccolta finale dei frutti che coltivava nel mandato precedente. Sono certo che San Vito gli tributerà il giusto omaggio».
Luciano Del Frè aggiunge: «Mi confrontavo sempre con lui, riusciva a dare, nel momento delle scelte, quell’indirizzo che diventava risolutivo. I sanvitesi devono sapere che con Piccolo hanno avuto una persona che ha sempre guardato al loro bene». Anche tra i ricordi di Del Frè, spicca la disponibilità dell’assessore. «Ricordo un’alluvione nei primi anni Novanta – aggiunge. – Via Codizze, dove abitava, era diventata un fiume in piena. Mi disse: “Sindaco, dobbiamo andare a vedere la situazione in tutta San Vito”. Infilammo gli stivali e ci unimmo agli operai. È in simili momenti che ho conosciuto il suo spirito di servizio. Devo ringraziarlo per l’esperienza assieme, lo ricorderò come una persona importante della mia vita».
«È stato, al di là del rapporto politico, un confidente – così Gino Gregoris –. Sempre insieme, sin dalla prima militanza nel Psi. Ricordo quando preparavamo i bigliettini con le preferenze, dividendoci le case, allora si faceva così. Potevi contare su di lui: mi è stato vicino anche nei momenti più difficili della mia amministrazione, negli anni della crisi politica. Con me è stato 10 anni assessore ai lavori pubblici, ma entrava in tutte le faccende al di là del mandato scritto». E sul fatto che collezionasse un numero impressionante di preferenze, Piccolo diceva: «È dal giorno dopo le elezioni che comincia la campagna elettorale».
L’impegno nella giunta comunale iniziò in quella di Gasparotto: «Perdo un amico, rimasto tale pur nei sommovimenti politici degli ultimi 40 anni – è il pensiero del presidente di Ambiente Servizi –. San Vito perde un uomo politico come pochi, più impegnato nel fare che nel parlare. Mi pare impossibile che sia morto, convinto di poterlo ritrovare al bar per un bicchiere insieme».
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