Il questore di Udine: «Aumenta lo spaccio di droga: è preoccupante la diffusione tra i giovani»

UDINE. Prevenire i reati contro il patrimonio, soprattutto i furti in casa, con servizi mirati. E contrastare, sia con l’attività quotidiana su strada sia attraverso indagini più approfondite, lo spaccio di stupefacenti.
Queste le priorità per quanto riguarda la sicurezza in Friuli indicate dal questore di Udine Claudio Cracovia che in quest’intervista traccia una sorta di bilancio di fine anno toccando temi molto delicati, quali il consumo di droghe da parte dei giovani – che purtroppo appare in aumento – e la situazione di Borgo Stazione.
Dal discorso del capo della polizia, comunque, emerge un messaggio nel complesso rassicurante che ci “parla” di una provincia in cui si può ancora vivere serenamente, ma senza mai abbassare la guardia. E poi si può sempre migliorare, soprattutto puntando sulla collaborazione tra forze dell’ordine e sulla tecnologia e il riferimento, in quest’ultimo caso, va alle telecamere “intelligenti”.
Questore Cracovia, qual è sua visione del Friuli per quanto riguarda la sicurezza?
«Nell’affrontare una valutazione sulla sicurezza in questa provincia possiamo essere rassicuranti perché i dati che abbiamo a disposizione confermano il buon livello raggiunto negli anni precedenti. Così parlano le statistiche. Anche se siamo altrettanto consapevoli che la situazione percepita va in tutt’altra direzione, ma è anche vero che noi, per calibrare la nostra azione, dobbiamo fare riferimento a qualcosa di oggettivo, come appunto i numeri».
Le cronache però, quasi ogni giorno, riferiscono di qualche furto, in particolare nelle abitazioni...
«Sì, il fenomeno che preoccupa maggiormente noi e i cittadini è ancora quello dei reati contro il patrimonio, anche se registriamo, con una certa soddisfazione, che i casi sono in diminuzione. Organizzare servizi mirati è una priorità ».
Poi ci sono i prelievi fraudolenti e gli altri reati commessi attraverso internet che vanno sempre a incidere sul patrimonio.
«In questo periodo prenatalizio gli acquisti sono talmente tanti e la polizia postale e delle comunicazioni ha infatti ricevuto diverse segnalazioni. In generale, però, per i reati informatici – quelli commessi appunto attraverso la rete – abbiamo notato una stabilizzazione e anche una lieve flessione rispetto al passato. E crediamo che questo sia dovuto anche alle massicce campagne di sensibilizzazione che stiamo portando avanti».
Cambiamo argomento e facciamo un “salto” in Borgo Stazione. Com’è attualmente la situazione?
«Nel quartiere delle Magnolie abbiamo da anni investito importanti risorse. I controlli su persone, mezzi e locali sono quotidiani. Abbiamo riscontrato che nell’ultimo periodo sono aumentate le presenze di persone che riteniamo dedite allo spaccio di stupefacenti e, allo stesso modo, dunque, sono aumentati i sequestri e le denunce. È chiaro che la figura dello spacciatore è perfettamente sostituibile: appena uno viene scoperto ce n’è subito un altro pronto. Ecco perché c’è anche un’attività investigativa che mira a risalire la filiera del traffico e a individuare i diversi canali di approvvigionamento, ovviamente con l’obiettivo di interromperli».
Droga, un tasto dolente. Poco tempo fa è morta una ragazza minorenne, proprio in stazione. La polizia, dal suo osservatorio, che cosa nota?
«Abbiamo rilevato un considerevole aumento delle violazioni della legge sugli stupefacenti. Sono stati effettuati più arresti, più denunce e più sequestri. A fronte dell’aumento dello smercio e del consumo di queste sostanze ci viene richiesto uno sforzo maggiore, soprattutto per ciò che riguarda il piccolo spaccio. Una cosa è certa: lo spacciatore deve per forza uscire allo scoperto ed esporsi. Ed è in quel momento che riusciamo a intercettarlo e ad assicurarlo alla giustizia. L’aspetto preoccupante, però, è che una buona parte di questa aumentata domanda di droga proviene purtroppo dai giovani. Ecco perché stiamo concentrando i nostri sforzi, sia dal punto di vista investigativo, sia da quello della prevenzione, su questo fronte».
Di recente sono stati rilevati segnali di possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata?
«Noi operiamo nell’ambito di un tessuto sociale e di reti istituzionali assolutamente sani. Certo, non va esclusa a priori l’eventualità di fenomeni legati alla criminalità organizzata, ma finora grandi evidenze non sono emerse. Il livello di attenzione, comunque, resta sempre essere altissimo, non possiamo pensare di essere immuni, sarebbe un grosso errore. La cantilena dell’isola felice è fuorviante e anacronistica. Infatti anche la polizia fa parte del Gruppo interforze che, sotto il coordinamento della Prefettura, si occupa dei grandi bandi che interessano il Friuli».
Anche i Commissariati sono un “occhio sulla provincia”... da Tolmezzo a Cividale, passando anche per Lignano. Quali differenze tra la città e la provincia, sempre sotto il profilo della sicurezza?
«I commissariati sono le nostre antenne e i nostri occhi sul territorio. Anche qui l’impegno maggiore è per prevenire i reati contro il patrimonio e in particolare i furti in abitazione. Sono aree meno densamente popolate, ci sono spesso borghi e case isolate che, dunque, sono più esposte. Tuttavia, da una sommaria stima fatta analizzando lo stesso periodo dell’anno scorso, dobbiamo dire che nei Comuni del Cividalese c’è stata una flessione significativa dei furti. Stesso discorso anche per quanto riguarda il comprensorio della Carnia».
La sicurezza oggi conta molto anche sulla tecnologia, telecamere e non solo. Su questo versante cosa si potrebbe migliorare?
«Per ciò che riguarda il potenziamento della videosorveglianza siamo da tempo impegnati in un dialogo con le varie amministrazioni comunali, anche per suggerire loro una svolta qualitativa che tenga presente innanzitutto il fatto che le attuali risorse umane non consentono che qualcuno guardi sempre i monitor. Quindi servono sistemi “intelligenti”, che riescano a richiamare l’attenzione degli operatori delle centrali e di quelli sul territorio su situazioni ritenute anomale o di allarme. I sistemi più all’avanguardia sono quelli che consentono, per esempio, la lettura delle targhe e il riconoscimento facciale. E anche se le telecamere ruotano, è necessario che, grazie a un doppio obiettivo, permettano comunque la registrazione delle immagini anche nei punti che non sono oggetto della momentanea osservazione».
Ci sono sinergie con le polizie locali dei vari Comuni?
«Certo, con la polizia locale di Udine, per esempio, abbiamo consolidato un rapporto di collaborazione e interscambio soprattutto grazie alla presenza nei suoi quadri di ufficiali di grande esperienza e che costituiscono una sorta di memoria storica. Anche con le varie amministrazioni comunali – Udine compresa – abbiamo un dialogo proficuo e mi auguro che dal costante confronto possano prendere corpo progetti importanti per migliorare la sicurezza dei cittadini, anche quella solamente percepita».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto