Il primario Bassini: il calo delle nascite colpisce l’Alto Friuli

Tolmezzo: dopo 25 anni di servizio il dirigente va in pensione «La nostra è la più grossa realtà chirurgica della regione»
Di Alessandra Ceschia

TOLMEZZO. Per Daniele Bassini, primario della divisione di Ostetricia e Ginecologia dell’Ass3 “Alto Friuli” dopo oltre 25 anni di impegno è venuto il momento di andare in pensione.

Dottor Bassini, quali sono stati i principali cambiamenti che ha subito la struttura durante tutti questi anni?

«All’inizio in Alto Friuli erano presenti due Punti nascita, Tolmezzo e Gemona, poi nel ’96 vi è stata la chiusura di Gemona per cui Tolmezzo è rimasto unico. Il cambio più significativo è accaduto ora con l'unificazione dell’Ostetricia di San Daniele e Tolmezzo sotto un’unica direzione ha comportato una svolta importante». Quali sono stati i benefici?

«L’unificazione ha comportato, a mio modo di vedere, una maggior complessità ma anche dei vantaggi. L’aumento dei volumi complessivi, può consentire se ben gestito, con una rotazione intelligente e una maggior expertise dei professionisti. Questo certamente in Ostetricia, ma anche in Ginecologia: il volume complessivo raggiunto dagli interventi della struttura unica la pone come la più grossa realtà chirurgica della regione. Nel complesso quindi io ritengo questa unificazione più un’opportunità che una iattura. Credo che chi si oppone a questo percorso sia fortemente legato al passato e non si renda conto che l’aumento dei volumi è una condizione indispensabile per qualsiasi crescita professionale. I benefici che possono derivare da tutto ciò sono molteplici, ma sostanzialmente legati al miglioramento della qualità delle prestazioni. I tempi in cui questo possa avvenire non sono brevi, ma nemmeno infiniti».

Quali le principali difficoltà?

«Le difficoltà maggiori sono legate alla complessità di gestire due strutture lontane tra loro, con due blocchi parto distinti. L'unificazione delle procedure e dei comportamenti è la miglior via da percorrere, assieme alla rotazione dei professionisti. Le difficoltà maggiori comunque sono legate alla resistenza al cambiamento da parte di troppi».

Come si colloca il 2016 sotto il profilo della natalità?

«Nel 2016 vi è stato un calo della natalità in Alto Friuli, mentre nel Sandanielese si è arrestata l’emorragia di parti dell’anno precedente e ci si è mantenuti sui livelli del 2015».

Da cosa dipende?

«Il calo delle nascite è un problema Europeo che però in Alto Friuli è ancora più grave. L’età materna avanzata è uno dei motivi. Credo che questo nostro modo di vivere sia alla base di un fenomeno così complesso che denota comunque un disagio più profondo.

Il numero dei parti cesarei continua ad essere alto rispetto agli standard. Perché?

«La percentuale di cesarizzazione elevata è un problema Italiano ma non nella nostra Regione. La nostra Azienda si colloca molto bene in questa graduatoria».

C'è un’esperienza della sua lunga carriera che ricorda con particolare affetto?

«Ricordo con particolare affetto i primi anni in cui si iniziò il percorso verso la naturalità del parto con messa a disposizione tra l'altro del “parto in acqua” (fummo i primi in regione). In quell’epoca è iniziato un percorso culturale che poi si è sviluppato e ha davvero rimesso al centro la donna, anzi la coppia mamma-bambino e la famiglia, che sono ovviamente i veri protagonisti di quel momento speciale che è la nascita di una nuova vita. Credo che tuttora il grande valore aggiunto nei punti nascita di questa Azienda (sia a San Daniele che a Tolmezzo), sia proprio la dimensione umana e naturale con cui il personale accoglie ed accompagna la nascita di ogni bambino».

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