Il presidente di Oikos: ecco quanto costa l’accoglienza



Per accogliere 36 minorenni stranieri non accompagnati nelle due strutture di Fagagna e Torviscosa, Oikos ha dovuto assumere 20 dipendenti tra operatori, educatori e cuochi anche perché - spiega il presidente, Giovanni Tonutti - «la norma prevede che sia garantita assistenza tutti i giorni 24 ore su 24». Ecco perché gli 80 euro al giorno (più iva) versati a Oikos, che è tra le associazioni più economiche (meno care, tra quelle che collaborano con il Comune di Udine ci sono solo la Casa dell’Immacolata che chiede 73 euro e il Civiform, 75, mentre il Bearzi, la Casa dei cerchi di Gemona e La Viarte di Gorizia incassano una quota giornaliera di 80 euro, ma nel caso di Santa Angela Merici si arriva a 84 e con The help di Trieste a 170 mentre per i ragazzi in quarantena Aedis incassa 130 euro che diventano 350 se i minori sono positivi) secondo Tonutti sono una cifra «congrua al servizio fornito tenendo in considerazione i costi».

Ai ragazzi devono essere erogati sia interventi legati all’accoglienza materiale, sia volti alla formazione e all’avviamento all’attività lavorativa. «Noi facciamo quattro ore di italiano ogni giorno - continua Tonutti - e quando poi gli ospiti raggiungono un livello che gli consente di seguire le lezioni vengono iscritti a scuola, dove frequentano corsi professionali, al Civiform o al Cefs, il Centro edile per la formazione e la sicurezza di Udine». In quel caso la onlus si occupa del trasporto. «Non sono quelle però le spese più rilevanti - dice il presidente della onlus -: per quanto ci riguarda la maggior parte dei ragazzi arrivano con i denti mal messi e così dobbiamo farci carico delle spese per il dentista: l’ultimo bonifico che ho autorizzato era di oltre 5 mila euro. Certo, volendo certe spese si possono evitare ma non è il nostro modo di lavorare. Un ragazzo con il mal di denti deve essere curato. E quasi tutti hanno bisogno di sostegno psicologico. Arrivano qui dopo lunghi viaggi durante i quali quasi tutti sono stati vittima di violenze di ogni tipo». Tra i costi più rilevanti cui deve far fronte Oikos ci sono poi gli affitti («in un caso paghiamo 9 mila euro al mese in un altro abbiamo dovuto far fronte a un investimento di 50 mila euro per mettere a norma l’immobile») e il riscaldamento («d’inverno anche 2 mila euro al mese»). E non sempre gli enti pubblici pagano nei tempi previsti. «In teoria dovrebbero pagarci il mese successivo in pratica l’altro giorno un comune ci ha versato la rata di settembre e con la Prefettura siamo arrivati ad avere un credito di 200 mila euro mentre noi - precisa Tonutti - i fornitori dobbiamo pagarli».

Insomma di quegli 80 euro a Oikos resta poco. «Chi lavora con noi - assicura - lo fa perché condivide alcuni valori e di certo non si arricchisce: lo stipendio va dai 1.100 ai 1.300 euro al mese e stiamo parlando di persone laureate che conoscono 3-4 lingue e potrebbero facilmente trovare lavori pagati molto meglio». —

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