Il ponte dei friulani: così Amatrice non sarà più isolata

Serracchiani in visita ai volontari nell’epicentro del sisma. «La nostra Regione potrebbe finanziare anche una scuola»
Debora Serracchiani (Presidente Regione FVG) nell'area di realizzazione del guado sulla strada regionale 260 per Amatrice (Rieti) - 31/08/2016
Debora Serracchiani (Presidente Regione FVG) nell'area di realizzazione del guado sulla strada regionale 260 per Amatrice (Rieti) - 31/08/2016

UDINE. «In momenti come questo sono ancor più orgogliosa d’essere la presidente della Regione». L’aveva detto Debora Serracchiani salutando i 70 volontari riuniti esattamente una settimana fa a Palmanova, in procinto di partire per l’Italia centrale devastata dal terremoto. A distanza di sette giorni, la presidente ha voluto raggiungere ieri i volontari friulani ad Amatrice per ringraziarli di persona e ribadire quell’orgoglio. Se possibile, dinnanzi agli importanti lavori coordinati dal corpo Fvg, cresciuto ancora. «La scorsa notte - ha esordito Serracchiani raccontandoci al telefono la sua giornata nel paese simbolo di questo sisma - i nostri tecnici hanno lavorato fino oltre mezzanotte. Senza soste. Era doveroso da parte mia essere lì, portar loro l’abbraccio di tutta la regione, il nostro ringraziamento, la soddisfazione per aver consegnato alla popolazione di Amatrice la prima opera infrastrutturale».

Come procede il lavoro?

«Registriamo un paio di giorni di ritardo nella consegna, causa in parte il maltempo, in parte alcuni problemi legati alla necessità di spostare dei cavi. Il cantiere procede comunque a ritmo serrato grazie all’ottima sinergia che si è venuta a creare tra la nostra protezione civile, il genio miliare, i vigili del fuoco, l’Enel, la Telecom e l’Astral (equivalente laziale di Strade Fvg, ndr). E’ stato fatto un lavoro di squadra importante che terminerà venerdì con la posa dell’asfaltatura e la conseguente riapertura del collegamento stradale, fondamentale poiché si tratta dell’unico accesso alla città dal lato dell’Aquila».

Serracchiani visita Amatrice

La sua prima impressione del campo Friuli?

«Il grande lavoro fatto dai nostri volontari. Lo si tocca con mano entrando nella tendopoli che per posizione e per capacità sta diventando un po’ il punto di riferimento per le forze che si stanno adoperando in questa fase di emergenza. Dai vigili del fuoco alla protezione civile, all’esercito. Il campo viene al momento utilizzato da sessanta sfollati e dai soccorritori».

Le tende non potranno restare a lungo. Ha già pensato a quale ruolo giocherà la Regione nella fase della ricostruzione?

«Faremo la nostra parte. Abbiamo competenze e capacità. Siamo in grado di dare una mano. Con il sindaco Sergio Pirozzi, che mi ha detto di essere davvero contento di lavorare con il nostro direttore regionale Luciano Sulli e i suoi uomini abbiamo iniziato a ragionare sull’ipotesi che il Friuli Venezia Giulia si faccia carico della ricostruzione di un’opera specifica come la scuola che è tra le prime necessità. Ma è solo un’ipotesi, non possiamo in questo momento scavalcare la cordata di comando che fa capo al dipartimento nazionale di protezione civile».

Visitata la tendopoli e il cantiere al nuovo guado sul rio Castellano, dove ieri si è completata la messa a dimora degli elementi in cemento armato e della relativa copertura in calcestruzzo, la presidente ha voluto visitare il centro di Amatrice, la zona rossa. «E’ veramente impressionante.

C’è uno scorcio che mi ha ricordato in tutto e per tutto la famosa immagine di via Bini a Gemona, con il solo campanile rimasto in piedi. A distanza di pochi metri si vedono case completamente crollate accanto a case integre e si comprende appieno - ha denunciato la numero due del Pd nazionale - l’importanza di edificare con criteri e regole antisismiche. Qui purtroppo la mano dell’uomo non è stata felice».

La città è rasa al suolo. Cancellata. Ridotta in macerie. Come il Friuli del 1976. Per la presidente il parallelo è stato ieri immediato. Simile la gente. Simile il paese con le sue piccole frazioni, le case sparse.

«Ho trovato le persone molto provate, scioccate, stordite dal dolore eppure forti di grandissime dignità e umiltà», ha raccontato ancora Serracchiani, che oltre ai lavori sul guado ieri ha visitato anche il campo, dove a oggi sono state ospitate circa 500 persone e dove sono 42 i volontari che fanno tutto il possibile per restituire agli sfollati un po’ di calore. Serracchiani ha voluto pranzare in mezzo alla gente. Il menù è stato naturalmente quello degli alpini, volontari, tecnici di Pc e sfollati i suoi commensali.

Seduti in mezzo alle corse di qualche bambino, portatore inconsapevole di un pizzico di speranza. Pensando a loro Serracchiani ha ribadito l’impegno della Regione. «Il Friuli Venezia Giulia farà la sua parte». Lo ha assicurato al sindaco, agli sfollati, ai vertici della Pc nazionale che oggi incontrerà a Roma, alla Conferenza delle Regioni, cui parteciperà il capo del corpo, Fabrizio Curcio, con l’obiettivo di coordinare il flusso degli aiuti regionali finalizzati alla gestione dell’emergenza.

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