Il politico Natale Zaccuri e suo figlio illusionista

di MARIO BLASONI
Nato nel 1939 a Reggio Calabria, Natale Zaccuri è arrivato nel 1962 alla caserma Spaccamela di Udine in divisa da sottotenente del Genio, poi si è dedicato per oltre cinquant’anni all’insegnamento (materie tecniche e materie giuridiche): dall’Iti Malignani fino alle recenti esperienze in una scuola privata, l’istituto Volta. Iscritto dal 1976 all’albo dell’Ordine, ha svolto – e continua a svolgere – un’intensa attività pubblicistica (corrispondenze, critica d’arte, ricerche storiche). Ha scritto libri e diretto periodici. È da primato anche la sua “presenza” nella politica locale: siede da ben 28 anni, dal 1986, in Consiglio comunale (Dc-Udc-Pdl il suo percorso partitico) ed è stato anche assessore (Traffico e Opere igienico-stradali), col sindaco Piero Zanfagnini nel 1992-93.
Questi sono solo alcuni cenni salienti dello sterminato curriculum di Zaccuri, personaggio che a Udine è ampiamente noto e stimato per la sua poliedrica attività in diversi settori della vita pubblica (il 2 giugno scorso ha avuto il cavalierato della Repubblica). Pochi però, anzi pochissimi, conoscono un particolare della sua biografia: una svolta che poteva cambiare la sua vita, ma che non ci fu. Era il ’76, pochi mesi dopo il terremoto e il Messaggero Veneto stava potenziando gli organici per adeguarli al crescente sforzo sostenuto per fare del giornale – come poi avvenne – un punto di riferimento con un’informazione completa ed esauriente. Ebbene, tra i candidati all’assunzione come redattore ordinario il Messaggero prese in considerazione anche Zaccuri e il direttore Vittorino Meloni incaricò proprio l’autore di queste note di “sondare il terreno”. Appassionato di giornalismo fin da ragazzo (componeva anche poesie) il giovane insegnante venuto dal Sud, ma ormai friulano d’adozione, non rimase insensibile alla proposta, attratto anche da considerazioni pratiche, ma chiese una settimana “per pensarci”. Alla fine, pur a malincuore, disse di no. Rinunciò al giornalismo professionale ed esclusivo verso una sola testata. Avrebbe continuato a fare il pubblicista (si era da poco iscritto all’albo) collaborando con tutti e senza dover abbandonare l’insegnamento. Così il Messaggero Veneto, da allora, ha continuato seguire l’attività di Natale Zaccuri dall’esterno, senza averlo come collega in redazione.
Dopo il “gran rifiuto” Zaccuri ha concluso gli studi all’ateneo triestino laureandosi nell’80 in Scienze politiche con una tesi “giornalistica”: “Percezione del terremoto attraverso l’analisi della stampa”. E si è dedicato alla ricerca storica. Da Friuli tra cronaca e storia (Vattori 1987) a Il tram di Udin (Arti grafiche friulane 1990), da Il campo P.G. 57 a Premariacco (Civaschi 1996) a Il germoglio e la crescita (La parrocchia del Sacro Cuore) del 2007. E nel 2011 ha curato, assieme a Enrico Folisi, per l’editore Chiandetti, una ristampa anastatica del Giornale politico del Friuli, pubblicato nel 1848, dal 27 marzo al 17 aprile, nei giorni dell’insurrezione di Udine contro gli austriaci. In particolare ha approfondito la prima parte: Il cantie. re del Risorgimento.
Ma non è tutto. Nel settore scolastico Zaccuri ha fatto anche parte dell’ufficio di presidenza del Malignani ed è a tutt’oggi Cultore della materia in diritto costituzionale e diritto pubblico all’ateneo cittadino. In ambito politico–amministrativo locale è stato il primo presidente della terza Circoscrizione Laipacco-San Gottardo e ha fatto parte di diverse commissioni comunali: dall’Atm al Bilancio e programmazione, dalle Politiche sociali all’Ambiente e ha presieduto quella speciale per lo Statuto del Comune. È stato anche (1985-1988) delegato alla Protezione civile comunale. Inoltre ha rappresentato Palazzo D’Aronco in varie istituzioni culturali (Conservatorio Tomadini, Cism, Consorzio universitario, Società Dante Alighieri).
Nell’ambito giornalistico Zaccuri è stato consigliere della Federazione nazionale della Stampa, presidente regionale dell’Ucsi (Unione cattolica della Stampa), vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Nonché corrispondente di vari quotidiani, tra cui Friuli Sera, Il Piccolo di Trieste, Il Popolo di Roma, L’Avvenire di Milano, e collaboratore di periodici tra cui il quindicinale Il Punto e il settimanale La Vita Cattolica (dove cura, da 35 anni, la rubrica Panorama delle mostre).
E fermiamoci qui, anche se ce ne sarebbero ancora tante da raccontare del “buon Natale” Zaccuri, una persona tutto sommato riservata, che – nonostante le mille attività da protagonista – non ha mai cercato di mettersi in mostra. Concludiamo, invece, con una piccola magia. Uno, due, tre, oplà! Zaccuri presenta il figlio, dottor Luciano, illusionista-prestigiatore, anche se sul biglietto da visita è scritto psicologo-psicoterapeuta. «Sono 33 anni che faccio spettacoli», dice Lucien (questo il nome d’arte) che di anni ne ha 48. Papà Natale e mamma Anna Claudia Romanin, udinese, (sono sposati dal 1964), ne sono orgogliosi.
Per quanto riguarda gli studi, Luciano non aveva le idee molto chiare: pur preferendo le materie umanistiche, ha fatto ragioneria al Deganutti, ma poi ha conosciuto Albino Comelli, psicologo, scrittore, saggista, «che mi ha fatto appassionare alla psicologia-psicoterapia». Si è laureato a Padova e ha aperto lo studio dopo qualche anno di servizio negli ospedali di Udine e Gemona. A fare il prestigiatore ha cominciato da bambino, dopo aver visto quel famoso film con Tony Curtis sul mago Houdini. «Ho avuto per maestro il mago Luis, di Capriva, che mi ha fatto entrare al Club magico di Bologna a soli 14 anni!» Nell’86 si è assicurato il diploma del Club per la manipolazione («far scomparire le carte e moltiplicare le lampadine accese»): «Mi piace giocare con le dita – dice il mago Zaccuri – piuttosto che dedicarmi alle “grandi illusioni”, come il classico numero del mago che “taglia le donne a pezzi”...».
Nel 1989, assieme ad alcuni colleghi, Lucien ha fondato in regione il Teatro Arte Magica, che ha sede a Porcia. Si è esibito su navi da crociera, ma anche al Perla di Nuova Gorizia nonché in Francia, Svizzera e Spagna. Di recente ha presentato il nuovo numero di Ombre cinesi al congresso magico di Abano Terme. Ed è riuscito anche a contemperare i suoi due maggiori interessi: magia e psicologia. «È il teatro-terapia – spiega – e io ho scritto i testi di due spettacoli inseriti nell’attività d’un centro che si occupa di persone disabili».
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