Il piano per la casa degli armeni diventa un caso diplomatico

Il progetto da 10 milioni è finanziato da imprenditori dell’ex repubblica sovietica La comunità straniera: «Ci boicottano». Il sindaco: «Prima l’ok dei due Paesi»
Santa Caterina 11 luglio 2020 Ex asilo ©Foto Petrussi
Santa Caterina 11 luglio 2020 Ex asilo ©Foto Petrussi

Viviana Zamarian

/ pasian di prato

È nata nel 2001 per diffondere e rafforzare «lo spirito e l’identità armena-friulan-veneziana-giuliana attraverso attività culturali, sociali e religiose». Ma in questi anni l’associazione culturale Zizernak (rondine, in armeno), come riferisce il presidente Daniel Temresian, ha dovuto affrontare numerosi ostacoli.

A tal punto da spingerlo a scrivere di recente a Raffaele Volpi, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Una lettera in cui descrive le difficoltà (parlando di vero «boicottaggio») che l’associazione ha incontrato nell’iter per la realizzazione a Pasian di Prato di una “Casa Armena” nell’ex asilo di Santa Caterina in cui troverebbero spazio 29 appartamenti e ampi locali per svolgere attività culturali.

«Una struttura che dovrebbe diventare il punto di riferimento nazionale e internazionale – spiega il presidente – delle associazioni armene per incontri, spettacoli, convegni e tutte quelle iniziative utili al raggiungimento degli obiettivi del nostro sodalizio, nel rispetto delle leggi italiane e internazionali».

Un progetto che, come riferisce Temresian, «è stato elaborato in Armenia e modificato secondo le normative vigenti in Italia. I costi dell’operazione sarebbero stati a carico degli imprenditori armeni che avrebbero messo a disposizione 10 milioni per l’esecuzione dei lavori da gestire tramite un istituto bancario italiano». Un progetto che sulla carta non trova l’opposizione dell’amministrazione comunale la quale però prima di concedere tutte le autorizzazioni necessarie da un punto di vista urbanistico chiede che vengano formalizzati i rapporti istituzionali tra la Repubblica di Armenia e lo Stato Italiano.

«Al momento il progetto riguarda solo la costruzione di una serie di appartamenti – riferisce il sindaco di Pasian di Prato Andrea Pozzo –. Ben venga la realizzazione di una casa per la cultura, che sia a tutti gli effetti un consolato, ma per ora, come Comune, restiamo in attesa che venga effettivamente avviato un tavolo di confronto in cui siano intrapresi i rapporti istituzionali tra Armenia e Italia. Ben venga anche se c’è un gruppo di imprenditori disposto a investire in un’area residenziale, che noi avremmo già individuato in una zona con un edificio abbandonato a Santa Caterina».

Nella lettera il presidente fa inoltre riferimento ai «controlli delle forze dell’ordine che vengono definiti “normali” per tante altre associazioni ma che noi facciamo fatica ad accettare se non ci vengono chiarite le motivazioni autentiche che li hanno fatti scattare. La nostra attività è sempre stata corretta e coerente con i principi esposti nel nostro statuto». L’associazione, di cui fanno parte una quindicina di famiglie armene, fa sentire la sua voce. «Io sono armeno quanto italiano al 100 per cento – conclude Temresian – si potrebbero organizzare davvero tanti eventi per promuovere l’integrazione fra i popoli». —

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