Il partigiano fucilato perché non aveva parlato
«Qui abitava Franco Carlo Martelli, nato nel 1910, partigiano, arrestato il 25-11-1944, fucilato il 27-11-1944». Così recita la pietra d’inciampo in piazza XX settembre 2. Lo studente Simone Bianchini scrive che Martelli nacque a Catania nel 1910. Intraprese la carriera militare. Nel 1937 arrivò al reggimento Cavalleggieri Saluzzo di Pordenone. Abitava con la famiglia a palazzo Cossetti. Promosso capitano, partecipò all’invasione della Jugoslavia nel ’41, guadagnandosi la medaglia di bronzo. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, Martelli fece ritorno a casa. Si avvicinò alla Resistenza. Divenne partigiano osovano, con il nome di “Ferrini”, e nel 1944 comandò la formazione. Alcuni mesi dopo fu nominato capo di stato maggiore della brigata unita Ippolito Nievo B. Fu arrestato il 25 novembre ’44 e rinchiuso alle casermette di via Molinari. Se avesse denunciato i compagni, sarebbe stato graziato. Rifiutò, lo condannarono a morte. Affrontò l‘esecuzione gridando “Viva l’Italia libera”. —
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